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Vicenza tra bancarotta, aste deserte e play out: l'opinione di Alberto Belloni

Arduo cercare capire che ne sarà del Vicenza Calcio, sempre più travolto dagli eventi e alla vigilia della sfida salvezza

Cominciamo dalle cose sicure. Seconda asta deserta. Allenatore giubilato. Ultimo posto, nonostante la riduzione da 4 a 3 punti della penalizzazione. Ombre minacciose all’orizzonte per lo spettro della bancarotta fraudolenta.

Andiamo per gradi

Sul fronte della procedura fallimentare, dunque, anche il secondo appuntamento di fronte al giudice Limitone si è esaurito in burletta: qualche solito noto e pochissimo altro. I francesi sono tornati a Vicenza con tante buone intenzioni ma senza la fatidica busta: probabilmente la prima volta erano in città per vedere la mostra di Van Gogh prima della chiusura e in questa seconda avranno approfittato per visitare l’interno di Villa Rotonda. Sin qui, la loro presenza ha avuto più l’aspetto di una visita turistica che di una seria presa di contatto per acquisire il club berico.

Per la cordata Samori, rappresentata in riva al Bacchiglione da Meridio, la soluzione Vicenza appare, al più, un ripiego in caso di tramonto delle velleità sul Modena. E, anche in questo caso, l’ineffabile indifferenza sul prendere uno o l’altro dei club lascia intuire molte cose sulla serietà di un progetto collegato strettamente al territorio.

Dopo il secondo flop

il Tribunale sarà verosimilmente costretto ad abbassare le pretese, ma è improbabile che un eventuale sconto possa cambiare di molto le carte in tavola. Pagare il Lane, anche se in serie C, circa un milione e mezzo di euro oppure scendere di trecentomila non credo faccia molta differenza: la valutazione sarebbe in ogni caso esagerata e comunque non tale da invogliare investimenti. E’ probabile, in questo senso, che anche il terzo tentativo faticherà ad ottenere effetti pratici. Più conveniente farsi avanti con una squadra in serie D, che costerà certamente meno.

Ma attenzione a pensare che si tratti comunque di spiccioli. Un Vicenza in Quarta Serie dovrà essere quasi completamente ricostruito con giocatori nuovi. Il Padova, quando fu protagonista del primo campionato della rinascita, investì parecchi soldarelli per portare a casa il meglio della categoria e ci mise comunque un paio d’anni. Gli ingaggi in D sarebbero più bassi ma le spese correnti non di molto: le trasferte, per esempio peseranno più o meno lo stesso perché, Teramo e Sanbenedetto del Tronto a parte, nel budget i costi saranno più o meno quelli.

Quanto ci vorrà per fare una D ambiziosa?

Non credo di sbagliare molto dicendo un paio di milioni di euro per la prima stagione. Mica pochi, anche se il club fosse arrivato a costo quasi zero. Intanto, in panchina ci riproverà il buon Zanini. Impresa disperata che però merita di avere il sostegno della piazza. L’unica speranza per il tecnico vicentino è che in questi ultimi due atti della Lanenovela il gruppo biancorosso ritrovi la dignità persa per strada.

Al di là di ogni valutazione tecnica sul peso specifico dell’organico, l’arma davvero decisiva sarebbe recuperare le armi di una provinciale vecchia maniera: coraggio, grinta, onore. Per il resto, quando la minestra è quella, conta poco che il master chef si chiami Colombo, Lerda o Zanini.

Sul fronte classifica

fermo restando il piazzamento da lumicino di coda di Giacomelli & C., l’interesse si sposta sull’avversario. Non è più sicuro che sarà il Teramo, visto che sul capo del Santarcangelo pesa la spada di Damocle dei due punti di handicap dopo l’impugnazione da parte della Procura Federale avversa alla decisione del Tribunale di prosciogliere la società romagnola (decisione attesa forse entro stasera).

La questione bancarotta fraudolenta

infine, non è strettamente collegata agli aspetti sportivi del Vicenza Calcio, impegnato sul campo per guadagnare la salvezza. Si tratta di uno sviluppo delle indagini della Polizia Giudiziaria e della Guardia di Finanza sulle modalità di conduzione della società berica prima della dichiarazione di fallimento, negli anni cioè delle gestioni Cassingena, Pastorelli e Franchetto. Sarà interessante saperne di più su quali periodi sono stati oggetto di contestazione e su quali operazioni contabili specifiche si è appuntato l’interesse delle Fiamme Gialle.

Non è un caso tuttavia, che proprio in queste settimane siano trapelate le notizie prima relative al coinvolgimento del Lane nello scandalo plusvalenze e poi in quello dei ghiotti regali assicurati ai procuratori dei giocatori. La conduzione amministrativa e contabile di via Schio è dunque fortemente attenzionata dagli inquirenti e, ricordando i 18 anni comminati a Callisto Tanzi per il crack Parma/Parmalat, non farà certo dormire sonni tranquilli a tutti gli amministratori biancorossi negli ultimi 10/15 anni. La carne al fuoco non manca. Peccato che i bocconi sulla griglia siano quel che resta del povero Lanerossi.


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