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Vicenza-Sambenettese, l'analisi di Alberto Belloni: "Che svolta sia!"

Momento delicatissimo per il club fondato nel 1902 che sembra (forse) aver iniziato un nuovo corso, sia sul terreno di gioco che in via Schio. Unica nota dolente proprio il glorioso dodicesimo uomo in campo

CAPITOLO SOCIETA’

Pare essere stata imboccata la dirittura d’arrivo, ma meno se ne parla, meglio è. Dopo esserci tutti sbizzarriti in fiumi di chiacchiere, è opportuno che di qui in poi parlino solo i fatti. Ieri, prima della partita, ho scambiato qualche battuta con uno dei soci ViFin, il quale mi ha confessato: “E’ fatta con Boreas. Salvo che fino a lunedì non ci sia il colpo di coda da parte di qualcuno. Il che, viste quante ne sono successe sin qui, è sempre possibile.”

Il Vicenza prossimo venturo dovrebbe quindi parlare arabo. Sanfilippo non ne è convinto e sostiene di avere in mano le carte giuste per sovvertire qualsiasi operazione che non porti in Piemonte. Non ho visto i documenti, ma potrebbe trattarsi di promesse a vendere le quote personali da parte di alcuni soci ViFin. Che non è la stessa cosa di una promessa a vendere la società come soggetto giuridico. Ma qui ci addentriamo in sottigliezze legali, che terranno probabilmente banco in un confronto in Tribunale che verosimilmente potrebbe seguire la fine della Lanenovela. A meno che non si chiuda la questione con un indennizzo per mettere una pietra sopra ad ogni rivendicazione.

Resterà da verificare, naturalmente, il programma concreto di intervento dei nuovi proprietari: un’incognita che solo il tempo è in grado di sciogliere. Le intenzioni sono ottime, ma i fatti, si sa, sono altra cosa…

CAPITOLO ALLENATORE

Con la vittoria in extremis contro la quotata Sambenedettese, Colombo ha per ora salvato non solo la panchina ma anche la sua credibilità come tecnico. Preso atto che la squadra non era in grado di applicare sul campo quel 4/3/3 che costituisce il suo Credo calcistico, il mister ha giudiziosamente cambiato alcune carte in tavola.

In conferenza stampa ha (altrettanto giudiziosamente) ammesso che i tre punti non possono cancellare i problemi accumulati sin qui. Possono tuttavia dargli il tempo necessario per rimodellare una formazione ancora troppo lenta e povera di idee. E le vittorie forniscono il carburante giusto per un cambio di velocità e di mentalità.

Serve, di qui in poi, un Lane più coraggioso e più spregiudicato, che lasci finalmente da parte tutta l’esasperante rete di passaggi trasversali per iniziare a dar profondità al gioco, sfruttando con i cross dalle fasce la bravura sui palloni aerei che i lungagnoni di prima linea certamente possiedono.

CAPITOLO SQUADRA

Che la rosa a disposizione non sia l’esempio di un assemblaggio perfetto è noto. Lo sa soprattutto Moreno Zocchi, che di questa problematica costruzione è stato il regista. E’ riuscito a portare a casa giocatori di un certo valore, con validi ricambi in ogni ruolo, ma la squadra a centrocampo è orfana di veri costruttori di gioco, di elementi cioè capaci di sprizzare inventiva e genialità. Si tratta di una specie di peccato originale che costringe il Vicenza nella zona nevralgica del campo, a pensare troppo, a rimuginare gioco, a delegare eccessivamente al compagno la responsabilità della ripartenza.

C’è corsa, c’è applicazione, ma manca fosforo nei piedi. E quello, si sa, nel calcio o ce l’hai perché sei stato baciato dalla Dea Eupalla oppure hai voglia di studiare sul green di Isola. A gennaio occorrerà far qualcosa. Ma forse ci si poteva pensare anche prima, senza rinunciare a cuor leggero a qualche elemento (vedi Sciacca) che il tasso di classe poteva assicurarlo già da settembre. La squadra inoltre ha dimostrato di essere ancora un po’ impacciata nell’interpretare la difesa a tre. Non c’è da stupirsene. Nella fase iniziale della gara di ieri qualche sbandamento è stato evidente: l’errore di posizionamento sul primo gol, ad esempio. Ripetuto in fotocopia qualche minuto più tardi, per fortuna senza pagare dazio. Fuori dagli spogliatoi Vittorio Esposito mi ha confessato: “Era da molto tempo che non mi capitava di trovarmi così libero davanti ad un portiere…”. Poi le cose sono andate un po’ meglio, per fortuna.

Magari servirebbe anche dare spazio a qualche ragazzo che sin qui è stato poco utilizzato. Sto pensando, ad esempio, a Max Giusti, che in precampionato ha fatto benino e che ora potrebbe meritare qualche chance, anche in considerazione che le prove di Lanini e di Di Molfetta non sono state esattamente da urlo. 

CAPITOLO TIFOSI

Mi riesce difficile muovere qualche critica ai supporter berici, soprattutto alla Curva. Tra tutte le componenti del calcio biancorosso si tratta di quella che non ha mai tradito. Osservare più di 6.000 persone che sottoscrivono l’abbonamento al Menti nonostante negli ultimi 20 anni gli spettatori abbiano dovuto assistere a spettacoli deprimenti e talora vergognosi (dentro e fuori dal campo) rende quasi incredibile questo ennesimo atto di fede.

So che mi prenderò i loro strali per questa mia reprimenda, ma vedere nelle ultime due gare casalinghe lo stadio di casa abbandonato al tifo di parte opposta non mi convince e non mi piace. Le ragioni che stanno sotto a questa protesta sono sacrosante e condivisibilissime. Ma l’effetto che ne consegue è pernicioso.

A cosa serve lo sciopero sugli spalti, mi chiedo. Ad incidere sulle trattative per la cessione del club? E quando mai… Gli abbonamenti sono fatti e i protagonisti di una trattativa per la quale ballano milioni di euro sono (almeno questa è la mia convinzione) del tutto indifferenti al fatto che in Curva ci siano cori o striscioni. Gli unici a beneficiarne sono gli avversari, che possono giocare in trasferta come se fossero in casa. Un gran bel regalo. Se poi succede, come ieri, che ci si azzuffa tra chi non vuol tifare e chi intende esultare per la vittoria del Lane, diventa un ulteriore omaggio alla squadra ospite.

Torno a ripetere il mio pensiero, affinchè non sia travisato dai fautori del Pensiero Unico. Qui non è in discussione il diritto di averne le scatole piene della situazione surreale venutasi a creare e tanto meno il diritto di chiedere alla proprietà pulizia, trasparenza e programmi adeguati a riportare il club a livelli più consoni alla sua storia. La gente ha centomila ragioni per essere incazzata. Stiamo solo argomentando, spero con civiltà, circa l’opportunità di scelte che rendono ancora più difficile un momento che è già di suo devastante. La speranza è che da lunedì, con la parola fine alla trattativa per il controllo di via Schio, si possa remare tutti dalla stessa parte, lasciando alle spalle polemiche e recriminazioni.

C’è un solo capitale, universalmente riconosciuto, che rende appetibile nonostante tutto, la Nobile Provinciale. Il capitale tifo. Difendiamolo assieme…


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