Sport

Vicenza-Reggiana, l'analisi di Alberto Belloni: "Cronaca di una sconfitta annunciata"

La maledizione del Menti colpisce ancora, fallimento o non fallimento. La Reggiana fa saltare il banco biancorosso con una gara onesta e ordinata

La Reggiana lascia l’impressione di una squadra ben organizzata ma lontana dallo strapotere del Padova, contro cui il Vicenza, peraltro, aveva ben figurato per un tempo. Nel confronto coi granata invece c’è stata poca partita: un primo tempo assolutamente di marca ospite e una ripresa più equilibrata nella quale però il Lane non ha mai centrato lo specchio dell’altrui porta. Una sconfitta annunciata, nel momento in cui è risultato chiaro come Zanini fosse costretto ad inventare una difesa orfana per tre quarti delle prime scelte.

Il tecnico berico, attualmente, ha una rosa cortissima, diciamo 15 o 16 elementi su cui davvero contare.Già la rosa approntata in estate da Zocchi non era abbondantissima ma oggi, orfana di Lanini, Turi, Di Molfetta e Beruatto, cui vanno aggiunti i lungodegenti Ferchichi e Salifu, non offre al mister grandi soluzioni.

UNA PARTITA PERSA IN DIFESA

Nel match di ieri, dietro agli undici scesi in campo (Girando squalificato, Crescenzi fermo ai box e Malomo acciaccato) la panchina berica ospitava 4 ragazzi del 2000 e un diciassettenne). La partita il Vicenza l’ha persa in difesa. E’ stato subito chiaro a tutti che la fascia di sinistra non funzionava e soffriva in modo continuo le folate dei vari Cattaneo, Ghiringhelli e saltuariamente Carlini. Jakimovski, attaccato direttamente, sbagliava regolarmente le diagonali, accentrandosi nei cambi di settore e lasciando agli avversari praterie su cui i veloci esterni emiliani facevano il diavolo a quattro.

Ma cosa avrebbe dovuto fare il povero Zanini? Invertire i terzini, spostando il macedone e Bianchi in un ruolo non di loro pertinenza? Rischiare Malomo, in non perfette condizioni? Lanciare allo sbaraglio un ragazzino? In quelle condizioni, comunque, il gol era nell’aria, logica conseguenza di una Reggiana che maramaldeggiava sulla corsia esterna e che anche al centro si rendeva pericolosa, complice la giornata storta di un Magri che svirgolava più palloni di quelli che rinviava con efficacia (illuminante il goffo ruzzolone del 16’ quando Kevin ha lasciato strada libera in area ad Altiner, il quale, per fortuna, ha poi litigato col pallone).

Dispiace solo che lo 0-1 sia poi maturato quasi alla fine del tempo. Con un po’ di fortuna si sarebbe potuto chiedere la prima frazione a reti inviolate e probabilmente la gara si sarebbe poi incanalata su binari differenti. Con le spalle scoperte, il Vicenza non ha brillato nemmeno a centrocampo, dove si è fatto un buon lavoro di contenimento (soprattutto da parte di Romizi) ma senza lampi che dessero velocità e profondità alla manovra. Colpa della partita opaca di Tassi e della mancanza di estro di De Giorgio, che in qualche occasione ha provato ad andare tra le linee, senza però mai cavare un asso dal mazzo (se si esclude la gran giocata del 20’ con assist finale a Ferrari, non sfruttato). Troppo poco per un uomo che dovrebbe fare la differenza sulla trequarti. Il risultato è che le punte non hanno punto (scusate il gioco di parole), un po’ per una vena non eccelsa (soprattutto per Comi) e un po’ per i pochi palloni davvero giocabili.

POCHI SPETTATORI, MA IL LANE VA SUPPORTATO

Il risultato è stato palese: nemmeno un tiro nello specchio della porta, con il portiere Facchin a fare da spettatore non pagante. Poteva finire 0-0 (visto che nemmeno Valentini ha dovuto sudare) e nessuno si sarebbe scandalizzato. Ma va annotato anche che l’intervento in scivolata in area di Magri nel primo tempo su Carlini poteva essere giudicato da penalty dal signor Volpi di Arezzo (una direzione di gara mediocre anche per tutto il resto)e il gol di testa di Amimi, che le immagini televisive danno in leggero off side. In sintesi che cosa ha detto questa battuta di arresto? Che il Lane non ha perso la sua unità di gruppo e la sua voglia di riscatto.

Che la situazione di classifica non è comunque disastrosa. Che serve subito, sin dalla prossima partita, un segnale forte di continuità con le vittorie esterne. Dice però anche che l’entusiasmo creatosi attorno al Lane in odor di fallimento, va supportato e difeso: ieri al Menti c’erano meno di 7.000 spettatori (reggiani esclusi). Pochi per una gara di cartello, pur tenendo conto del giorno di venerdì, dell’orario, del freddo e soprattutto della concomitanza con la diretta in Tv. La strada per evitare la serie D è lunga ed erta. E non permette troppi scivoloni. Nessuno pensi che sarà una passeggiata, dunque …

Pi

Si parla di