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Vicenza-Padova, l'analisi di Alberto Belloni: "Come perdere e uscirne rafforzati"

Derbino perso ma non certo Waterloo. I tifosi padovani sono tornati a casa felici dei tre punti ma con negli occhi un Romeo Menti incredibile

Il calcio ha le sue regole e il Lane ha lasciato i tre punti al Padova inchinandosi alla forza dell’avversario. Finché hanno avuto gambe, i ragazzi di Zanini hanno coperto benissimo tutte le zone del campo, impedendo ai biancoscudati di sviluppare il loro gioco. Ma già negli ultimi minuti del primo tempo, per chi ha occhio allenato, s’è notato un abbassamento di ritmo, che si è intensificato nella ripresa, tanto da lasciare la squadra di Bisoli praticamente padrona del campo. Senza più birra nelle gambe, il tasso qualitativo degli avversari è venuto fuori e con esso le tante occasioni e poi il gol, arrivato quasi come destino ineluttabile.

UN ROMEO MENTI DA BRIVIDI

Derbino perso, si diceva, ma non certo Waterloo. I 1.500 supporter padovani sono tornati a casa festanti per i tre punti ma con negli occhi un Romeo Menti incredibile, uno stadio da serie A che all’Euganeo nemmeno si sognano nei momenti più onirici. Un pubblico vicentino da brividi, che ha annichilito gli avversari per coreografia e che si è tenuto lontano dalle intemperanze dei supporters arrivati dalla città del Santo, facendo sua anche la gara della cività.

La formazione berica, dopo la vittoria a Teramo, ha dato quel che ha dentro in questo momento, cioè cuore, entusiasmo e poco altro. Abbastanza per assolverla, nonostante nel secondo tempo abbia fatto solo da sparring partner. Resta ora da vedere quali giocatori resteranno davvero in biancorosso e quali invece seguiranno chi ha già scelto altri lidi più rassicuranti. E soprattutto resta da vedere come andrà l’azione risanatrice di Nerio De Bortoli, il quale probabilmente ha già iniziato a capire che non sarà né semplice né automatico coagulare attorno alla malattia del Lane un’imprenditoria che negli ultimi 20 anni quasi nulla ha fatto per lo sport vicentino.

IL DERBINO NON È STATO UNA PAGINA TRISTE

Un’imprenditoria locale sempre pronta a tuonare contro il fisco, contro la burocrazia, contro la politica. Sempre pronta a compiacere o almeno ad ignorare i ladroni della finanza e delle banche. Ma largamente assente nella difesa dei valori culturali e tradizionali del territorio, di cui lo sport, almeno a Vicenza, è componente essenziale. Dovremo dunque sperare in iniziative individuali, in qualche raro imprenditore illuminato, mentre sarà la gente comune ad esser chiamata a far quadrato: come gli oltre 11.500 che hanno riempito lo stadio, come chi ha comperato il biglietto anche senza poter andare alla partita, come chi aderirà di qui in poi alle iniziative salvabiancorossi. Perché, come ha commentato il Sindaco Variati (uno che di calcio ne ha masticato pochissimo) città e provincia hanno già urlato “Presente!”. Per questo loro orgoglio il derbino con il Padova va archiviato non come pagina triste, ma come momento di speranza. Hanno ammazzato il Lane? Il Lane è vivo…

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