Sport

Vicenza-Fermana, il punto di Alberto Belloni: "La dignità, signori miei, quella non sta in busta paga…"

Annuncio a sorpresa del silenzio stampa, situazione in tribunale nebulosa, ma mercoledì si gioca

Ci mancava solo il silenzio stampa. Ma così ha deciso il curatore fallimentare del Vicenza e dunque vada anche per questa novità….

La vigilia già tribolata di Vicenza-Fermana si arricchisce di questo minicolpo di scena, comunicato a meno di mezzora dalla prevista conferenza stampa prepartita di Lerda. Cosa mai sarà accaduto di tanto importante nel pomeriggio di martedì per indurre il dr. De Bortoli ad una così repentina decisione? Mistero.

Nel piazzale deserto della palazzina uffici i pochi presenti, dipendenti e personale vario, avevano la bocca cucita, probabilmente perché ne sapevano pure loro meno di nulla. Il turno infrasettimanale di recupero della sosta per la scomparsa del povero Astori si avvicina dunque all’insegna dell’incertezza e dello scoramento. Hanno avuto voglia i giocatori, nelle loro ultime dichiarazioni, a sciorinare la solita solfa del “bareta fracà e pedalare”…

Siamo alle soglie dello sbando

e non più soltanto societario (com’era capitato nell’epilogo della sciagurata stagione ViFin) ma anche sportivo, con una squadra senz’anima, senza carattere e senza spessore. A che serve parlare del prossimo avversario? Si tratta di una squadra con 33 punti (appena due in più rispetto a quelli che avrebbe il Lane senza la penalizzazione), che è andata in gol solo 24 volte (peggior performance dopo il Fano), che ha giocato una gara in più del Vicenza, che ha una peggiore media inglese dei biancorossi e che viene da due pareggi e due sconfitte.

Non serve a nulla parlarne perché gli uomini di Lerda (e prima di Zanini) hanno dimostrato di riuscire a mettersi a 90° di fronte a qualsiasi scalcagnata formazione di categoria, financo ad una Cenerentola come il Santarcangelo. Il Vicenza delle ultime 4 settimane (anche quello di prima, per la verità) è la più autorevole candidata alla retrocessione tra quelle viste al Romeo Menti.

Possiamo tirare mille volte in ballo le baruffe societarie, gli stipendi non pagati, il clima di insicurezza, il trauma del fallimento, l’abbandono della nave da parte di qualche giocatore, la girandola in panchina, ma non possiamo più ignorare che c’era e c’è anche un problema di qualità di organico. Il secondo tempo di domenica è stato la ripetizione di tanti canovacci impietosi visti nel corso della stagione: una crisi così onnicomprensiva che diventa difficile etichettarla come tecnica, fisica, motivazionale o altro.

Ma il bello (o forse il brutto) di questo campionato di serie C che sembra la caricatura di un torneo serio, è che nonostante tutto e tutti il Lane ha ancora intatte le possibilità di riprendere in mano il suo destino. Perché il terzultimo posto, dal punto di vista matematico (e del calendario), non sarebbe una mission impossible per una squadra di calcio che può contare sugli elementi in organico del Lane. Si tratterebbe solo di fare 8 o 9 punti nelle gare che rimangono.

Ma il problema sta esattamente qui.

Il Vicenza è ancora una squadra di calcio oppure è una zattera in affondamento, con i naufraghi che stanno pensando al proprio futuro targato 2018/19, invece di remare verso riva? Direi che il tema decisivo per la partita di domani è esattamente questo.

Vedremo finalmente undici uomini con la schiuma alla bocca o la solita orchestrina del Titanic che se la suona, se la canta e se la balla? Non è difficile immaginare uno stadio desolatamente snobbato da un pubblico che non riuscirà ad assommare nemmeno gli abbonati. La gente ha dato più di quanto era umanamente da attendersi, sul piano dei sentimenti e della solidarietà. Ora tocca solo ai giocatori guadagnarsi la salvezza sul campo. Con lo stipendio o senza. Perchè la dignità, signori miei, quella non sta in busta paga…


Si parla di