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Vicenza-Feralpi Salò: Coi passaggi indietro non si fa gol

Se le partite di calcio si vincessero per il maggior numero di passaggi all’indietro o laterali, il Lane avrebbe sicuramente surclassato gli avversari ma purtroppo per De Giorgio & C. contano invece le azioni da gol

Foto Vicenza Calcio

Dopo Padova, anche col Feralpi Salò il Vicenza disputa una partita deludente.

Il pareggio di ieri è frutto della maggiore caratura tecnica dei biancorossi (con la panchina berica del primo tempo qualche altra formazione ci farebbe squadra) ma non certo di un gioco convincente. I difetti dell’undici di Colombo sono quelli noti e partono tutti da un centrocampo che continua a non convincere. Se le partite di calcio si vincessero per il maggior numero di passaggi all’indietro o laterali, il Lane avrebbe sicuramente surclassato gli avversari. Ma purtroppo per De Giorgio & C. contano invece le azioni da gol e quelle si sono viste poco e mai come frutto di un’azione travolgente.

Le spiegazioni e i correttivi spettano al tecnico e non ai giornalisti.

Noi ci limitiamo a rilevare che nella zona nevralgica del gioco il Vicenza è spesso in inferiorità numerica oppure talmente povero di idee da risultare largamente prevedibile. Romizi è un frangiflutti dal passo lento. Alimi un buon giocatore che però sembra non trovarsi a suo agio nel ruolo ritagliatogli da Colombo. Salifu è un incontrata prezioso ma che non ha certo il piede fosforico del suggeritore. Quando il Vicenza deve portar su palla, i movimenti sono timidi, macchinosi, pachidermici e danno costantemente all’avversario il tempo di compattarsi.

Anche le corsie esterne, che l’allenatore considera essenziali nel suo modo di far calcio, hanno perso brillantezza: Di Molfetta non ha fatto certo rimpiangere Giacomelli e dietro a lui Beruatto non è riuscito ad essere continuo: qualche percussione interessante ma anche un gran numero di palloni all’indietro, fastidiosi ed inutili. Sull’altra fascia, figuraccia di Malomo, che fluidificante non è mai stato ed appare a disagio quando viene chiamato a dare profondità alla manovra. Aggiungiamoci che De Giorgio, le cui iniziative avevano fatto le fortune del Lane nelle prime tre gare, sia all’Euganeo che ieri è apparso un kagemusha, l’ombra del guerriero. E si è pure fatto male. Resta da dire di Ferrari, che qualcuno ha continuato a lodare per la sua capacità di far salire la squadra.

Ma ci sono due problemi: uno, la squadra non sale affatto; secondo, dopo dieci minuti quel suo movimento di protezione della palla viene capito dai difensori e di lì in poi il bomber è più per le terre che proiettato verso l’area avversaria. Continua a reggere la difesa, è vero. Ma il gol dei bresciani è stato frutto di un macroscopico errore di movimento della retroguardia, in particolare del citato Malomo, che su un traversone apparentemente innocuo si è accentrato, invece di fare la diagonale su Guerra. Questo quello che non va. Ma

Nonostante tutte le magagne da risistemare, il Vicenza resta imbattuto dopo cinque giornate. Ciò sta a significare che c’è una certa solidità di fondo che consente di rimediare agli aspetti negativi. Se Colombo se l’è cavata con il cantiere ancora aperto e tante buche da riempire, vien da chiedersi che cosa succederà allorché il mister avrà trovato la quadratura del cerchio. Adesso, grazie alla sosta, ci sono 10 giorni per studiare errori e rimedi.

Su che fronte dovrà lavorare principalmente Colombo? Io ritengo che per prima cosa debba fare un’analisi cruda e razionale sul modulo di gioco, interrogandosi se i centrocampisti che ha disposizione siano adatti al 4/3/3. E siccome fino a gennaio non c’è modo di integrare qualitativamente la rosa, occorrerà verificare se un diverso schieramento, più folto in mezzo, possa o meno supplire alla mancanza di un costruttore di gioco. L’altro aspetto riguarda l’attacco: la prima linea è andata in gol 7 volte, ma se contiamo i calci di rigore il bilancio è asfittico, soprattutto sul fronte delle prime punte.

Una formazione che vuol terminare in zona play off deve essere più cinica e determinata negli ultimi 20 metri. Anche qui l’allenatore dovrà lavorare con sagacia, perché a Padova e col Feralpi Salò il Lane ha fatto solo il solletico agli avversari. Lasciamo quindi lavorare il tecnico, che gode della nostra massima fiducia. Anche perchè, diciamocelo fuori dai denti, le preoccupazioni maggiori, in questo momento, non cadono sulla squadra ma su quello che sta succedendo fuori dal campo… Che la Lanenovela finisca al più presto, per favore!


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