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Vicenza Calcio, gli albori dell'era Boreas: l'analisi di Alberto Belloni

Squadra affidata a Zanini, con Lerda che non rescinde e Praticò esonerato con Colombo: quali sono le prospettive per la seconda parte della stagione?

La Lanenovela è sostanzialmente finita ma, trattandosi del Vicenza Calcio, non c’è mai il rischio di annoiarsi. I tifosi, i quali speravano di veder chiaro nel futuro della loro squadra, sono infatti ancora lì ad interrogarsi sul quel che sta succedendo. Le loro domande sarebbero molteplici, ma noi proviamo a ragionare riducendole solo a tre.

Come leggere il mancato reincarico a Lerda?

Il ritorno di Lerda in via Schio ha visto un atteggiamento molto diverso del tecnico rispetto alla prima convocazione di qualche settimana fa. Evidentemente l’allenatore piemontese non ha gradito il viaggio a vuoto cui si era dovuto sottoporre ed è arrivato in riva al Bacchiglione con spirito battagliero. Quando è apparso chiaro che lo staff non aveva alcuna intenzione di decidere in fretta il nome del nuovo trainer berico (considerando il contatto col mister semplicemente come una delle possibili opzioni), l’irrigidimento di Lerda è stato automatico e ha avuto come conseguenza anche il “No, grazie” alla proposta di Zocchi di chiudere il rapporto con una rescissione senza oneri. Per di più, visto che il possibile interessamento dell’Alessandria all’ex mister biancorosso si è rivelato inconsistente o almeno non immediato, l’idea di regalare al Vicenza alcuni mesi di stipendio è stata subito rispedita al mittente dall’interessato. Lerda resterà dunque in busta paga e ogni decisione sulla panchina lasciata sul tavolo, in attesa di vedere come reagirà la squadra all’incarico toccato a Nicola Zanini.

Che interpretazione dare alla giubilazione di Nino Praticò?

Su questo ci sono due possibili spiegazioni. La prima potrebbe essere la volontà di non mettere un viceallenatore della Prima Squadra agli ordini di un tecnico della Berretti. La seconda, che considero più convincente, passa per la volontà più volte espressa da Boreas di dare un taglio netto con le varie precedenti gestioni. Tutte le cariche importanti in società sono destinate infatti ad essere ricoperte da nomi nuovi (ad eccezione forse della sopravvivenza di Sergio Capuzzo) e la rinuncia alle prestazioni di Praticò andrebbe in questo senso letta come una risposta di cesura alla forte richiesta di discontinuità da anni portata avanti dalla tifoseria del Menti.

Con che prospettive continuerà il campionato 2017/2018?

Anche se Moreno Zocchi tre settimane fa mi ha confermato che l’obiettivo stagionale resta un posto nei play off, sono convinto che lo stesso DS si sia ora reso conto come questa annata debba essere considerata di transizione, una specie di periodo traghetto per consentire alla nuova dirigenza di effettuare quell’analisi a 360° su tutti i ruoli chiave dell’organico. E’ dunque probabile che al momento si punti ad un contenimento dei costi e ad una ottimizzazione delle scelte e successivamente, a gennaio, si valuterà il posto in classifica della formazione. Se in quella data il Lane sarà risalito in graduatoria, è presumibile che Pioppi non lasci nulla di intentato per agganciare il treno dei play off. Se invece l’undici iberico dovesse ancora gravitare in zone poco ambiziose, è facile che si decida solo per quei rinforzi necessari ad una salvezza tranquilla, rimandando all’anno venturo il vero e proprio sforzo per allestire un gruppo da serie B.

Va sottolineato, in chiusura,

che l’ingegner Pioppi è stato molto chiaro: nonostante Boreas abbia aumentato il budget per il triennio sportivo, i denari non sono tanti e vanno indirizzati con oculatezza. Le priorità sono piuttosto chiare: prima di tutto non correre il rischio di scendere di categoria e, se possibile, non rinunciare almeno a provare il salto in Cadetteria, poi invertire il trend di risorse per il settore giovanile, considerato strategico per la stessa sopravvivenza finanziaria del progetto calcistico ed infine modificare la natura degli acquisti di giocatori che non dovranno più essere a breve permanenza in maglia biancorossa (meno prestiti annuali, meno diritti di riscatto alla controparte ecc.) ma costituire sempre un investimento per il futuro, così come fanno da tempo altre realtà provinciali analoghe alla nostra. Per far questo ci vorrà tempo. Ci vorranno buone idee e la forza di applicarle con uomini di valore al posto giusto. E, naturalmente, quel po’ di fortuna che nel mondo del pallone, come nella vita di tutti i giorni, spesso fa la differenza.


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