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Crisi Vicenza, l'opinione di Alberto Belloni: "Dopo gli stracci, il gran silenzio"

La Lanenovela è ancora in corso: diteci pure poche cose ma quelle poche ben lontane dai bizantinismi contraddittori che abbiamo dovuto sopportare sin qui

Non saranno i 357 episodi della serie Dallas ma la Lanenovela è ancora in corso. Nello scambio di accuse tra contendenti, abbiamo cercato di mantenere sempre una posizione equidistante, dando voce ad entrambe le parti, anche quando ci siamo imbattuti in zone di buio che avevano tanto il sapore di presa per i fondelli.

Un esempio su tutti, senza intento di far pesare il piatto della bilancia di qua o di là, è la questione della presentazione del bilancio del Vicenza spa. Facciamo una premessa: il CdA in carica è composto di tre persone, due in capo a ViFin e una in capo a Boreas. Si tratta di un dato già di per sé significativo, al di là di chi è presidente e chi no. La composizione sta a significare che la presenza del possibile acquirente è complementare e minoritaria rispetto a quella del venditore. Dunque, quando mi sento dire che sarebbe toccato proprio al consigliere Pioppi di provvedere alla presentazione del documento, mi sento trattato come un selvaggio della Nuova Guinea cui l’esploratore bianco regala specchietti e collanine. Ho insegnato economia aziendale a Padova per più di 40 anni e magari qualche competenza ce l’ho pure io. Voglio condividerla con i lettori.

La presentazione del bilancio: a chi tocca?

Il bilancio è un prospetto dall’apparenza relativamente semplice, la cui costruzione e la cui lettura però possono essere molto complicate. Nasce da un sistema di scritture contabili registrate nel corso dell’anno e successivamente da un processo di valutazione e di stime che riguarda alcune poste di bilancio la cui determinazione, con i paletti di legge, è compito degli amministratori (ad esempio le rimanenze, i fondi rischi, gli ammortamenti ecc.). Non vado oltre nel dettaglio, ma anche chi non è esperto di revisione comprenderà facilmente che sarebbe quanto meno curioso affidare l’iter per l’approvazione a persone che non hanno contribuito alla sua genesi. Stiamo parlando del bilancio giugno 2016-giugno 2017, un periodo cioè nel quale Boreas non ha operato nella stanza dei bottoni economico/finanziari. Pioppi, ovviamente, conosce larga parte del suo contenuto, avendo ordinato ad aziende specializzate di monitorarne i dati, ma non è corretto che ne assuma l'iniziativa. Anche perché, strada facendo, alcune delle poste stanno subendo sensibili variazioni. 

Per illustrare al meglio un bilancio, esistono alcuni documenti accessori che solo chi ha gestito l’azienda può penetrare appieno: da un lato la nota integrativa (detto anche relazione degli amministratori) e dall’altro la valutazione del Collegio Sindacale (che ha per compito proprio quello di “fare le pulci” alle poste del conto economico e dello stato patrimoniale). Come capite facilmente, bilancio, nota integrativa e relazione dei Sindaci sono per loro stessa natura di pertinenza di chi ha amministrato. Nel nostro caso, l’ing. Pioppi, anche se gli è stata attribuita la carica di presidente, certamente non è un amministratore 2016/2017, mentre questa caratteristica si attaglia meglio all’avvocato Polato ma, soprattutto, a Marco Franchetto. E qui mi fermo perché non è mia intenzione fare il professorino.

Che succederà con le scadenze?

Ho provveduto a questa premessa per evidenziare come, durante la storiaccia recente, ci sia stato un ripetuto vizio di comunicazione da entrambe le parti, ognuna delle quali ha raccontato le proprie verità alla stampa e soprattutto (cosa assai più grave) ai tifosi biancorossi. Adesso che la cessione delle azioni alla multinazionale arabo/lussemburghese sembra arrivata ad un punto morto, anzi probabilmente già sepolta dalle stesse parole dei protagonisti, la domanda resta una: che succederà, in particolare per ciò che attiene alle scadenze di pagamento che stanno per succedersi di qui a fine dicembre?

La mia opinione è che ViFin troverà i quattrini necessari, anche se, con ogni probabilità, non tutti i soci saranno disponibili a un nuovo “giro del cappello”. Vi Fin onorerà dunque i termini previsti: quelli che prevedono sanzioni in classifica e quelli che farebbero scattare conseguenze ben più pesanti, anticamera del dissesto. Perché un Lane fallito, l’ho già sottolineato, non porterebbe vantaggi a nessuno. Ed è ancora mia opinione che Franchetto & C. porteranno avanti con vigore nuove trattative per scaricare la patata bollente che sta bruciando loro in mano. Lombardi, francesi, trentini? Non è più nemmeno divertente fare il toto cordate. L’importante sarebbe che l’attuale proprietà si muovesse avendo ben a cuore i colori biancorossi. Non sono un ingenuo: so benissimo che stiamo parlando di “schei”, tanti “schei”. Soldi che non sono miei e nemmeno dei tifosi, ma di chi li ha investiti nel calcio.

Chiarezza: è chiedere troppo?

C’è una battuta da avanspettacolo che recita come sia troppo facile fare il gay con le terga altrui. E’ giusto. E nemmeno sono uno che pretende di essere sempre al corrente di tutto per diritto divino, anche dei particolari più riservati di trattative e programmi. Conosco il significato della parola riservatezza.

Mi piacerebbe solo che il flusso di informazioni avvenisse sempre in modo corretto: cioè che quel che si rivela ad una testata sia a disposizione anche delle altre. E soprattutto che le notizie fornite siano vere, chiare e documentabili. In sostanza, diteci pure poche cose ma quelle poche ben lontane dai bizantinismi contraddittori che abbiamo dovuto sopportare sin qui. E’ chiedere troppo?


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