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Vicenza Calcio, il punto di Alberto Belloni: "Boreas e alleati, un affare da 40 milioni"

Mentre l'imprenditoria vicentina continua a tacere si allungano i tempi e i costi dell'esercizio provvisorio. Ma quanto sarà la base d'asta? Ed è un caso che in queste ultime ore si parli di un gruppo aggiuntivo a sostegno di Pioppi & C.?

Potremmo chiamarle le urla del silenzio. Il silenzio in attesa della riunione di metà marzo tra il giudice e il curatore fallimentare, destinata a decidere le sorti del grande ammalato. A fare un po’ di chiasso, sin qui, sono stati infatti soltanto i tifosi, mobilitati in un’ammirevole corsa alla solidarietà la quale, se ha un enorme valore morale perché testimonia un grande compattamento della gente comune attorno al valore Vicenza Calcio, incide poco sui problemi finanziari di cui si deve occupare il dr. De Bortoli.

La questione vitale, ovviamente, riguarda le risorse necessarie a portare a compimento l’esercizio provvisorio e qui parliamo di cifre che non possono certo essere coperte con il ricavato dell’operazione seggiolini nei Distinti, con i contributi volontari dei tifosi e con la vendita dei braccialetti. Una considerazione ovvia che, stante sin qui l’assenza quasi totale del mondo imprenditoriale, rende palese quanto sia in salita la strada del salvataggio, nonostante l’escussione della fidejussione già attivata nei giorni scorsi.

Che cifra serve per arrivare a destinazione?

Difficile dirlo, perché non è ancora chiaro quanto durerà la fase di transizione. Non avrebbe potuto essere troppo breve, per lasciare al professionista il tempo di monitorare perfettamente la situazione e studiare le varie iniziative di finanziamento. Ma non dovrà essere nemmeno troppo lunga, in quanto ogni dilatazione di tempi dell’esercizio provvisorio comporta automaticamente un aumento degli oneri a carico della procedura. C’è poi l’importantissima questione relativa all’asta.

Dopo un gran parlare di cordate interessate, questo ultimo periodo ha visto scemare molti rumors relativi: difficile dire se Sanfilippo, Sundas o la ventilata cordata padovana/vicentina possano essere ancora interessate a subentrare nella gestione del Lane. Gli unici a manifestare un interesse concreto (anche se sin qui solo nelle intenzioni) sono il gruppo Calabrò e quello di pertinenza Boreas. Quest’ultimo, in particolare, dopo essersi defilato in seguito alle tribolate trattative con ViFin, sembra aver ritrovato interesse per la società e rappresentare il soggetto che ha proposto al dr. De Bortoli un aiuto immediato per la gestione in cambio di una prelazione in corso d’asta. Ma anche qui scattano due domande.

Quanto servirà per comperare il Vicenza?

E quanto per finanziarne sopravvivenza e sviluppo? La base d’asta potrebbe essere fissata tra il milione il milione e mezzo di euro (qualche anno fa per l’Ascoli in situazione analoga fu stabilita in 800.000 euro). Dipende anche dal risultato sportivo, in quanto appare evidente che il valore del club è diverso in C o in D, oppure addirittura nell’ipotesi di conquista della Cadetteria. Tuttavia c’è un aspetto ancora più complesso e rilevante. In ballo potrebbe infatti non esserci soltanto il pacchetto azionario del Lane. Questo momento di transizione, che potremmo chiamare Anno Zero, si presterebbe anche a riprendere una volta per tutte la questione nuovo stadio, che rimbalza nell’orizzonte biancorosso da almeno 25 anni ma è sempre stata rinviata o rimossa.

Se questa mia ipotesi corrispondesse al vero, è evidente che il budget necessario ad avviare il nuovo corso societario diventa molto più alto dei 15/16 milioni di euro che la holding arabolussemburghese aveva previsto quest’estate. Un affare da oltre 40 milioni, il che spiegherebbe come mai in queste ultime ore si è parlato di un gruppo aggiuntivo a sostegno di Pioppi & C. Il calcio moderno indica negli stadi l’elemento strategico di qualsiasi gestione sportiva e la ristrutturazione del Menti andrebbe dunque esattamente in questo senso.

Tra l’altro questa operazione avrebbe l’effetto di attirare l’interesse di quell’imprenditoria che sin qui ha fatto orecchie da mercante e che sarebbe risvegliata dalla possibilità di poter inzuppare il pane nel minestrone stadio. Parlo non solo dei palazzinari ma anche di tutti i fornitori di arredi, servizi, sicurezza ecc. e di tutti quelli interessati ai nuovi spazi commerciali. Bella storia per Nerio De Bortoli e per il giudice fallimentare. Bella storia per il nuovo Sindaco. E ancora più bella per chi porterà a casa il club. Una storia ancora tutta da raccontare, che stride però con i silenzi di cui parlavamo. Se questi silenzi vadano catalogati alle voci riservatezza e discrezione oppure si sia in piena impasse lo sapremo presto. Molto presto.

Pietro

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