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Play out, Vicenza-Santarcangelo: il punto di Alberto Belloni

Il tifoso non capisce ma, come diceva Pazzaglia a Quelli della Notte, si adegua: cosa sta succedendo a Vicenza

Ieri in Piazza dei Signori mi ha fermato un vecchio amico e tifoso del Vicenza, chiedendomi: “Ciò Alberto, cossa podemo sperare a sto punto?”.

Gran bella domanda. Cui il giornalista, che non è mago né indovino, fa fatica a rispondere, avviluppato com’è, pure lui, nell’interminabile ridda di notizie, smentite, illazioni e complicazioni che hanno fatto da contrappunto a quest’anno di Lanenovela. Già, cosa possiamo sperare? Che la squadra trovi un insperato colpo di coda durante gli spareggi, salvando sul campo la categoria, in attesa di vedere ciò che succederà il 28 maggio durante l’assegnazione del club? Oppure che gli uomini di Zanini, in linea con le loro indecorose prestazioni, cedano il passo pure al Santarcangelo, prendendo così la strada della Quarta Serie (sempre naturalmente nell’incertezza di sapere chi potrà prenderne in mano le redini in una “rifondazione” che si preannuncia comunque all’insegna di lacrime e sangue)?

La comparsa nell’orizzonte biancorosso di Renzo Rosso

ha di fatto sparigliato molte carte, giusto per rendere più leggibile la situazione. L’arrivo dell’industriale tessile garantirebbe una proprietà solida e di immagine, ma la condizione di proprietario del Bassano sembra impedire a mister Diesel la gestione di due società calcistiche nella stessa categoria. Potrebbe senz’altro farlo con un Vicenza in D, ma uscire dal calcio minore non è facile nemmeno se hai mezzi ed entusiasmo, come hanno dimostrato i alcuni illustri precedenti.

E inoltre, è poi tanto sicuro che, alla prova delle buste, sarà proprio l’offerta del patron giallorosso a prevalere? Qualcuno può infatti escludere un tentativo da parte delle metacordate d’Oltralpe, modenese o una new entry, magari persino il ritorno di fiamma in extremis di un gruppo legato a Boreas? E se alla fine la montagna partorisse il più classico dei topolini, con il giudice che, a tutela dei creditori, dà il via libera alla liquidazione del Vicenza Calcio, decretandone il game over?

Il tifoso (non solo quello che mi ha fermato all’ombra della Basilica) non capisce ma, come diceva Pazzaglia a Quelli della Notte, si adegua.

E fa l’unica cosa che gli resta, dopo aver sopportato un anno di pagliacciate in via Schio e di figuracce sul campo: decide di far quadrato per l’ultima volta. Come il battaglione della Guardia napoleonica a Waterloo. “Cambronne!”, grida dunque, a tutti coloro che a diverso titolo hanno contribuito a scrivere certe pagine ingloriose della Storia della Nobile. Arriva il Santarcangelo (qui al Menti, dove hanno giocato il Manchester City, il Bayern, il Barcellona, il Chelsea o il Benfica) ma la gente biancorossa risponde presente! Come sempre…

Gli spareggi ci dicono male, negli ultimi tempi.

Tanto ormai, dopo quello che abbiamo tutti passato, chi ci può ammazzare? Avanti dunque i gialloblù del gallo Caveja per questi 180’ da dentro o fuori. Meritano rispetto, i nostri avversari, perché sbattuti all’ultimo momento nell’inferno dei play out e perché in ogni caso sono arrivati prima di noi in classifica. In conclusione (e rispondendo al quesito del mio amico), non so come andrà a finire.

Quel che so è che le partite non si vincono con le figurine Panini o con il Palmares. Domani pomeriggio al Romeo Menti servirà un Vicenza operaio, di quelli che piacevano tanto a Renzaccio da San Miniato. Se i biancorossi scenderanno in campo in tuta, liberi dai traumi psicologici che hanno attanagliato in passato i loro fragili cervellini, le possibilità per un esito favorevole ci sono tutte. Ma basterà, questo?


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