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Il punto di Alberto Belloni: "Plusvalenze? Il segreto di Pulcinella..."

In realtà le plusvalenze originate dai movimenti di giocatori non sono di per sé un’operazione illecita. E’ un po’ (per chi mastica contabilità) come parlare delle rimanenze in un’azienda industriale

Si è molto parlato in questi giorni del fallimento del Vicenza in relazione ad alcuni articoli sul tema di bilanci gonfiati, tirando in ballo, tra gli altri, anche il Vicenza Calcio. In realtà si tratta di una non notizia.

Che parecchie società professionistiche abbiano utilizzato negli ultimi 15 anni (almeno) escamotages contabili di dubbia legittimità era cosa risaputa. Al centro del mirino, in particolare, le plusvalenze di bilancio. Ricordo bene che qui da noi fu l’amico Silvio Peruzzo, con dovizia di particolari, a mettere sotto i riflettori il problema in casa biancorossa. Ma ne scrissi pure io in un mio pezzo (non sono stato certo l’unico).

In realtà le plusvalenze originate dai movimenti di giocatori non sono di per sé un’operazione illecita.

E’ un po’ (per chi mastica contabilità) come parlare delle rimanenze in un’azienda industriale: la stima del magazzino non solo è consentita ma è persino doverosa, a patto che non si la utilizzi per annacquare il capitale. Nel qual caso si compie un’operazione illecita. Nel calcio è più o meno la stessa cosa: se la plusvalenza nasce dal valore differenziale di un giocatore dall’acquisto alla cessione siamo in presenza di un’operazione in regola. Ma se invece sortisce da un accordo truffaldino tra due società che in questo modo si fanno un reciproco favore destinato ad alterare la veridicità dei bilanci, siamo in presenza di un trucco non ammesso.

Che il malcostume fosse abbastanza diffuso, dunque, si sapeva bene. Ciò che mi stupisce

 come tifoso prima che come giornalista, è che in questi anni nessuno sia andato a mettere il dito sulla piaga. Dov’erano i collegi sindacali? Dov’erano le società di revisione? E soprattutto dove la Covisoc e la giustizia sportiva? E perché le autorità competenti, intervenute con la mano pesante per infrazioni assai più piccole, hanno sostanzialmente ignorato questo aspetto? Forse perché è stato utilizzato anche da club di prima fascia? E inoltre, perché questa storia è stata rispolverata con tanta enfasi proprio adesso, mettendo il Lane al centro delle denunce? Forse l’incredibile rinascita di una squadra già data per morta sta disturbando qualcuno? Il coro delle vergini violate è un vero richiamo alla moralità sportiva oppure nasconde la strategia mediatica di chi non riesce a ottenere i risultati sul campo?

Se è la prima ipotesi quella giusta, allora il vento della moralizzazione dovrà spirare a 360° e non fare sconti a nessuno, abbracciando nell’approfondimento tutto il marcio del calcio italiano: arbitraggi, sponsorizzazioni, manovre in Borsa, legami con la delinquenza, connivenze politiche, ecc. Un colpo di spugna che parte dall’alto e arriva in basso, non viceversa.

Anche perché in casa nostra i bilanci, dalla gestione Cassingena in poi, sono già nelle mani del magistrato fallimentare, della Guardia di Finanza e della Polizia Giudiziaria. Sono convinto che se saranno riscontrate magagne, nessuno nasconderà la polvere sotto al tappeto. Un’occasione storica per fare non solo chiarezza, ma pulizia. Ma sulle altre piazze allegre dell’Italia pallonara si farà altrettanto?


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