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Il punto di Alberto Belloni: "La scommessa sul Lane"

Il Vicenza si sta conquistando sul campo una salvezza che non è affatto scontata. Ma sarà salvezza tranquilla o rincorsa al sogno incredibile di agganciare il treno play off?

Mentre le chiacchiere di noi opinionisti sono sempre opinabili, i numeri di solito non mentono. E i numeri dicono che questo Vicenza, miracolosamente rimessosi in carreggiata dopo lo “tsunami fallimento” sta conquistandosi sul campo una salvezza che non era propriamente scontata. Il Lane, se non ci fossero i punti di penalizzazione cortesemente offerti da Franchetto & Company, starebbe ora a 31 punti, ben al di fuori dalle paludi chiamate play out (attualmente stabilizzate a quota 24).

Un Vicenza giudizioso

In realtà i biancorossi possono contare solo sulle 27 lunghezze che saranno ufficializzate dagli organi federali nei prossimi giorni, cioè appena sopra alla soglia di galleggiamento, in compagnia di Gubbio e Teramo, le quali tuttavia hanno rispettivamente una e due partite giocate in più del Vicenza. Da tenere d’occhio anche il Ravenna, a quota 29 (ma anch’esso con un turno in più), ma fresco della bella vittoria esterna in quel di Bergamo.

A questa situazione oggettiva, che cosa è stato aggiunto dalla partita del “Nereo Rocco”? Il pareggio di Trieste ci ha consegnato un Vicenza giudizioso, non certo bello esteticamente e magari un po’ rinunciatario nel secondo tempo, ma che ha ritrovato la sua compattezza difensiva nonostante fosse opposto all’attacco più prolifico dell’intero lotto.

I BOMBER E IL CENTROCAMPO

Ormai l’abbiamo capito: non è e non sarà mai il Napoli della serie C, una squadra che fa brillare gli occhi per il bel gioco. Il centrocampo berico conta su buoni elementi, alcuni da categoria superiore, ma che sconta il peccato originale della sua costruzione estiva, quando Moreno Zocchi ha dovuto lavorare in tempi ristretti e con un budget da Terzo Mondo calcistico. Nella zona nevralgica del gioco i biancorossi sanno chiudere bene gli spazi, sanno interdire con un pressing sovente efficace, sanno combattere senza lesinare forze e impegno, ma non hanno certo il DNA per contropiedi veloci e ficcanti.

La manovra è geometrica, ha buoni automatismi, ma è piuttosto lenta e le ripartenze di frequente sono lente e azzoppate da passaggi laterali o traversoni inutili verso l’area avversaria. Ne consegue che il centrocampo biancorosso rende quasi sempre la vita difficile all’opposto reparto avversario sul piano tattico ma appare prevedibile e macchinoso quando tocca al Lane fare gioco. A questo difetto, che chiameremo strutturale, contribuisce una coppia avanzata costituita da due bomber dalle indubbie credenziali, ma che sono un po’ l’uno il doppione dell’altro e non si prestano, per caratteristiche tecniche e morfologiche, alle incursioni in velocità e alle giocate rapide nell’uno contro uno.

LA MARCIA IN PIÙ

E’ un difetto, che, in diverse condizioni societarie, si sarebbe potuto provare a correggere in sede di mercato invernale. Ma siamo tutti consci che il curatore fallimentare aveva ben altre gatte da pelare che cacciare soldi per integrare l’organico. Il Vicenza ha però qualcosa in più rispetto a molte concorrenti. Sto parlando, ad esempio, di una fortissima unità di gruppo, che si è saldata nelle difficoltà. Paradossalmente, anche la perdita di alcune pedine che hanno approfittato della possibilità di svincolo e parliamo soprattutto di Beruatto (che a mio avviso si sentiva un po’ sprecato a Vicenza rispetto alla Vecchia Signora presso cui si era formato) e di Lanini (il “Borriello dei Berici” finito in serie A per aiutare il Verona nella sua disperata corsa alla salvezza), non solo non hanno demoralizzato il resto dei giocatori ma li ha responsabilizzati all’insegna di “questi siamo rimasti e ce la dobbiamo fare con le nostre forze”.

Inoltre c’è il fattore pubblico, altro elemento che è riuscito a trovare nello sfascio post ViFin tutte le motivazione perdute dall’era Sisa in poi. Anche in questo caso il numero degli abbonamenti, le presenze alle trasferte, i contributi volontari, le iniziative a sostegno di De Bortoli, significano molto di più di qualsiasi parola. Come finirà dunque questa tribolata annata dei biancorossi, praticamente abbandonati da un mondo imprenditoriale che, quando si tratta di approfittare del contesto sociale è sempre pronto ma quando viene il momento di ripagare la terra vicentina diventa una specie di Convitato di Pietra? Io sono fortemente ottimista…

Ma, nel dettaglio, sarà salvezza tranquilla o rincorsa al sogno incredibile di agganciare il treno play off? Durante la festa dei 116 anni della Nobile, abbiamo confermato col Direttore Sportivo del Lane la nostra scherzosa scommessa sull’esito finale della squadra (esito che conterà moltissimo, per inciso, sullo sviluppo della cessione del pacchetto azionario. Secondo me, ci salveremo e niente di più. Per Moreno Zocchi il Vicenza si aggregherà alla corsa per il salto in serie B. Vi confesso che spero tanto di perdere e di dover pagare la posta. Sarebbero i soldi meglio spesi degli ultimi tempi!


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