Politica

Terzo rogo alla Futura, tra ombre e ansie

A palazzo Ferro Fini i Verdi chiedono di fare chiarezza sul caso e parlano di cittadini esasperati. Frattanto sulla vicenda emergono dal passato legami inquietanti che portano fino in Campania mentre Bottacin, che non nasconde la sua preoccupazione, ringrazia l'intervento di monitoraggio eseguito da Arpav

Una veduta della Futura srl di Montebello Vicentino (foto Marco Milioni)

Rogo alla Futura di Montebello? Con quello di ieri «siamo al terzo incendio in meno di due anni». A questo punto è bene che si faccia chiarezza, a partire dalle questioni che riguardano la salute dei cittadini nonché lo stato dell'ambiente. È questo, in estrema sintesi il succo di una nota diramata oggi 7 dicembre dal consigliere regionale leonicena Cristina Guarda che siede nei banchi di Europa verde. Il dispaccio prende per l'appunto l'ennesimo episodio, con le fiamme che si sono sviluppate nella serata di ieri, che ha interessato la ditta di Montebello, specializzata nelle bonifiche e nel trattamento dei rifiuti.

«L'esasperazione dei cittadini - si legge - è comprensibile, poiché si tratta di un territorio già ampiamente provato da una serie di eventi infausti, come i Pfas, e dalla costante presenza di emissioni odorigene. Bene ha fatto il primo cittadino, Dino Magnabosco, ad emettere una ordinanza allo scopo di arginare i rischi per la salute pubblica. Ora però spetta ad altri effettuare controlli e assicurarsi che tutto questo non accada nuovamente».

Il primo cittadino peraltro in queste ore aveva esplicitato il suo punto di vista in modo molto preciso: «È il terzo incendio - riporta Vicenzatoday.it in un servizio pubblicato oggi - in un anno e mezzo. Non mi interessa se sia accidentale o doloso. A noi interessa la salute dei cittadini, che dobbiamo tutelare con ogni mezzo. Non è più tollerabile che in quel luogo si susseguano così frequentemente tanti incendi. Ci chiediamo come mai l'azienda, dopo i due precedenti eventi, non sia stata in grado di garantire un minimo di sicurezza».

Le parole del sindaco Dino Magnabosco però sono apparsa non all'altezza della situazione a un pezzo della galassia ecologista vicentina che ha mostrato inquietudine. Come si fa a dire che non importa se l'incendio sia doloso o meno? Questo è il leitmotiv che è rimbalzato di chat in chat oggi. E il ragionamento è più o meno questo. Se l'azienda dolosamente è bersaglio di qualcuno c'è da essere preoccupati anche perché la precedente proprietà della Futura srl era era rimasta invischiata in una maxi inchiesta della procura antimafia di Napoli per presunti illeciti ambientali. Se l'incendio è colposo allora ugualmente la cosa non è tollerabile. Poi, nel mezzo ci sono tutte le altre eventualità che dovrebbero essere attentamente vagliate dagli inquirenti. Questo almeno è il «sentiment» che giunge da un pezzo della galassia ecologista della provincia berica. E non è da escludere che nei giorni a venire ci saranno alcune prese di posizione al riguardo. Presa di posizione che durante le ultime ore di oggi è giunto da Giampaolo Bottacin, assessore regionale leghista all'ambiente. «Attualmente gli operatori di Arpav sono ancora sul posto, anche se la situazione sembra essere sotto controllo, dopo che si è riusciti - scrive Bottacin in una nota diramata nel pomeriggio - a contenere le acque di spegnimento. Sono stati fatti alcuni campioni e gli esiti vengono tempestivamente comunicati al sindaco». Tuttavia in chiusura l'assessore non nasconde le sue preoccupazioni: «Anche se io stesso, tempo fa, sono stato oggetto di minacce di morte per l'azione di vigilanza e prevenzione messa in campo in materia. Come Regione continueremo su questa strada senza se e senza ma. Non sono a conoscenza delle cause dell'incendio di ieri sera ma nulla può essere lasciato al caso e noi garantiamo il massimo supporto agli inquirenti». Si tratta di parole che pesano come macigni e che fanno pensare a scenari a tinte fosche.


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