Politica

Abuso edilizio? «È una lieve difformità»

Il sindaco Galvan respinge al mittente le accuse indirizzategli dalle opposizioni relativamente all'ordine di demolizione di un manufatto riconducibile al primo cittadino del piccolo centro dell'hinterland del capoluogo berico

una veduta dell'area al centro della polemica che ha lambito Daniele Galvan sindaco di Bolzano Vicentino (foto, Marco Milioni)

«Sono molto rammaricato per quella uscita che non contiene una critica all'azione politico-amministrativa della mia giunta ma solo un addebito personale che peraltro riguarda una vicenda incentrata davvero su una difformità assai lieve». Usa queste parole il sindaco di Bolzano Vicentino (un piccolo centro dell'Est vicentino), Daniele Galvan che replica così alle contestazioni mossegli dalla opposizione consiliare (ne ha parlato Vicenzatoday.it del 19 agosto) relative ad un ordine di demolizione che ha interessato una proprietà riferibile allo stesso primo cittadino.

Dunque sindaco lei come ha preso le critiche che le sono state indirizzate dalla minoranza?
«In prima battuta debbo fare un paio di precisazioni».

Ovvero?
«Sui media ho letto dell'uscita della minoranza in cui si menziona un ordine di demolizione con la relativa pratica di abuso edilizio che ha interessato la Galvan center, ossia la ditta di cui sono titolare assieme ad altri soci. Ebbene la pratica al centro della querelle riguardava invece la Galvan Mario srl, tanto iniziare».

E poi?
«E poi le opposizioni hanno parlato di un precedente risalente al 2015 per un abuso edilizio relativo a gravi irregolarità ascrivibili a un fabbricato riferibile alla mia attività. Direi che è quanto meno balzano usare l'espressione gravi irregolarità quando anche i quotidiani locali spiegarono in lungo e in largo come per quella vicenda, comunque di lieve entità e ascrivibile a questioni minime di altezza di un capannone, fui prosciolto dopo aver presentato la regolare sanatoria di rito. Ecco, il tutto mi sembra un po' capzioso: bisogna dare alle cose il giusto peso».

Dunque Galvan al centro del contendere della vicenda la più recente l'aspetto più preponderante sarebbe la realizzazione di un plateau di cemento di sei metri per sette alto una quindicina di centimetri. È così?
«La questione è un po' diversa. La platea è stata realizzata per sorreggere tra le altre la centrale termica a pellet che serve il centro-ferramenta a Bolzano Vicentino di cui sono cotitolare. In prima battuta era stata realizzata su una porzione di terreno che poi, è veramente una questione di centimetri, abbiamo verificato non poteva ospitarla per ragioni di tutela paesaggistica. Quando si è trattato di rifarla pochi metri a fianco, dove il vincolo non sussiste, i nostri tecnici nell'ambito del ripristino dello stato dei luoghi hanno fatto riferimento ad una parte della giurisprudenza che considera quelle lastre di cemento di riffa o di raffa nemmeno come manufatto. Così quel lembo è stato ricoperto di terra: tutto qui. Usare il termine occultamento come ha fatto l'opposizione non va bene. Qui si sta parlando invece di rimessa in pristino dello stato dei luoghi».

E adesso lei che farà?
«Che cosa vuole che le dica. È veramente una vicenda di non grande spessore. Il mio legale  tra pochi giorni torna dalle ferie. Valuteremo insieme, abbiamo una sessantina di giorni o poco meno, se fare ricorso al Tar rispetto all'ordine di demolizione. Ordine che è stato redatto dagli uffici comunali di Bolzano Vicentino che hanno agito nei miei confronti con trasparenza e rigore come avrebbero agito con ogni altro residente. Aggiungo un'altra riflessione».

Di che si tratta?
«L'ordine di demolizione che in qualche modo mi riguarda, come da disposizioni di legge è stato pubblicato sull'albo pretorio municipale. Gli uffici, come fanno sempre, immagino in ossequio alla disciplina sulla privacy, hanno oscurato i nomi degli interessati. Ecco non vorrei mai che qualcuno pensasse ad un favoritismo nei confronti del sottoscritto visto che gli uffici procedono sempre, sottolineo sempre, in questa maniera».

E sul piano più generale che riflessione si sente di fare?
«Guardi, questo è il mio secondo mandato. Credo di aver operato bene, l'amministrazione ha operato bene. Io, lo dice la legge, non posso ricandidarmi per un terzo mandato. La consiliatura scade a maggio per cui penso che questo delle opposizioni sia un attacco indirizzato alla mia persona ma per colpire il gruppo che in consiglio comunale mi supporta. E la cosa mi duole perché a me piacerebbe che la dialettica, anche aspra, si dipanasse sul piano politico-amministrativo: non su quello personale. E ribadisco. La cosa mi rattrista».

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