Politica

Il cordoglio di Zaia e Variati per Pietro Marzotto

Le parole del governatore e del sindaco di Vicenza per il grande industriale valdagnese deceduto giovedì

“Salutiamo un uomo dal carattere forte e un imprenditore che per decenni è stato interprete di una realtà produttiva ed economica che ha fatto storia nel Veneto e in Italia”.

Così il presidente della Regione del Veneto ricorda il conte Pietro Marzotto, spentosi oggi all’età di 80 anni nell’ospedale di Portogruaro, nel Veneziano.

“Ho sempre pensato – prosegue il Governatore veneto – che Marzotto fosse una persona schietta. Sin da giovane, quando decise di entrare in quella fabbrica di cui era proprietaria la sua famiglia, da operaio, da apprendista, quasi a voler toccare con mano le basi sulle quali poggiava uno dei più grandi gruppi tessili italiani. Un modo concreto, il suo, ma anche lungimirante e moderno, di affrontare il lavoro e l’impresa, che lo ha portato a essere per trent’anni alla guida dell’industria di Valdagno, fino a trasformarla in una multinazionale. Lo stesso atteggiamento che lo ha indotto solo pochi anni fa a intraprendere una nuova avventura nel settore dell’alimentazione, cedendo la sua partecipazione nella storica azienda di famiglia”. “Se ne va un veneto autentico, che ha amato questa terra e che qui ha voluto vivere fino alla fine – conclude il presidente –. Alla sua famiglia giungano le mie personali condoglianze e quelle dell’intera Regione del Veneto”.

Il cordoglio di Achille Variati

"Pietro Marzotto, un imprenditore vero e un innovatore – lo ricorda così Achille Variati, sindaco e presidente della Provincia di Vicenza –. Negli anni della crisi del tessile, che aveva messo in difficoltà il gruppo, ne risollevò le sorti, lanciando un nuovo piano industriale e acquisendo marchi prestigiosi come Hugo Boss e Valentino, meritando rispetto e considerazione nel mondo. Un uomo a cui non sono mancati determinazione e coraggio per aprire strade nuove, rischiando capitale e ottenendo risultati di successo. Il mondo del lavoro e l'economia vicentina e italiana gli devono molto”.


Si parla di