Eventi

Trasporto del Gioiello di Vicenza a Monte Berico: il percorso storico

Per il sesto anno consecutivo, venerdì 7 settembre, il Gioiello di Vicenza attraverserà il centro storico della città, per arrivare al Santuario della B.V. di Monte Berico in occasione della processione diocesana, ed inaugurare il fine settimana della “Festa dei oto”.

L’ex voto d’argento della città di Vicenza, voluto e fatto ricostruire nel 2013 dall’Associazione il Gioiello di Vicenza con le donazioni e la partecipazione dei cittadini e delle attività istituzionali ed economiche, è capace di raccogliere l’interesse del pubblico e dei media per l’eccezionalità della storia che racconta, diventando un vero e proprio ambasciatore della città in virtù degli elementi fisici e simbolici che lo compongono.

Proprio gli esercenti del mondo orafo che per più di un anno hanno accolto e informato i donatori dell’argento, quest’anno sosterranno la fatica del “Trasporto del Gioiello”dal Museo Diocesano, dove il prezioso modellino è custodito tutto l’anno. Il percorso raggiungerà la chiesa di San Vincenzo in piazza dei Signori, per proseguire fino a Monte Berico dove il corteo si congiungerà ai fedeli della tradizionale processione diocesana. La sera del 7 settembre l’Associazione “Vicenza in Oro” vestirà quindi  la toga blu e argento dei Facchini del Gioiello per un breve viaggio nella storia della città. Saranno presenti i rappresentanti di Aldighieri Gioielli, Laura Balzelli Orefice, Bazzo Lorenzo Gioielli, Gioielleria Gaddi1969, Il Grifone Argenteria, Oreficeria Orologeria Ischia Italo, Orologeria Pavan, Preziosi Salvato, Soprana1910, Daniela Vettori e Gioielleria Ageno, per testimoniare come proprio l’oreficeria sia l’industria che dall’antichità ad oggi identifica al meglio la storia di Vicenza. Il corteo sarà inoltre accompagnato dalla Fanfara Storica degli Alpini della Sezione ANA “Monte Pasubio” di Vicenza, una presenza molto attiva della cultura vicentina, invitata dal Gruppo Culturale “La Rua”presieduto da Patrizia Muroni. Anche l’Associazione “Vicenza in Centro”si unirà al Trasporto dalla chiesa di San Vincenzo, dove padre Giuseppe Zaupa dei padri di Monte Berico impartirà una benedizione ai presenti e accompagnerà il Gioiello fino al Santuario mariano.

Dal 1578, il dono del prezioso Gioiello ricorda il voto della città per la fine di una delle più gravi epidemie di peste, ma anche le capacità artigianali e tecnologiche del mondo orafo, che nemmeno le razzie di Napoleone del 1797 riuscirono a disperdere, requisendo e riducendo il modello in lingotti. La rinascita del Gioiello è avvenuta grazie al progetto dell’arch. Romano Concato e alle capacità manuali del maestro argentiere Carlo Rossi, integrando la ricostruzione con le tecnologie di stampa 3D di ultima generazione. La polvere d’argento utilizzata per la stampante fu brevettata appositamente da Legor Group per la realizzazione di questo manufatto.

Quanti vorranno accompagnare il simbolo della città di Vicenza attraverso il percorso storico, si daranno appuntamento alle ore 19.00 di venerdì 7 settembre di fronte al Museo Diocesano di Vicenza in piazza Duomo, o alla chiesa di S. Vincenzo, in piazza dei Signori, dove padre Giuseppe Zaupa impartirà la benedizione ai presenti, per proseguire a piedi fino al Santuario di Monte Berico attraverso l’Arco delle Scalette. 

Il Gioiello e il Gonfalone rimarranno esposti sull’altare maggiore del Santuario di Monte Berico per tutto sabato 8 settembre, nel corso delle numerose celebrazioni.

Il progetto del “Gioiello” ha coinvolto in 4 anni 200 donatori, commercianti, aziende e istituzioni per riportare alla conoscenza e poi alla ricostruzione del voto per onorare la patrona di Monte Berico di un modello ideale della città, che «ha da durar perpetuamente et di andar in processione» secondo le parole del consiglio cittadino ai primi mesi del 1577 quando il modello venne eseguito con il parere «de molti eccellentissimi maestri de Venetia et di messer Andrea Palladio» (Barbieri 1980, p. 162). Nonostante le razzie di preziosità perpetrate nelle campagne d’Italia di Napoleone, quel voto è stato rispettato, dato che sono bastati sei dipinti ad olio conservati in altrettanti istituti, un concorso vinto dall’Arch. Romano Concato nel 2010, per fare si che non tutto fosse perduto. A questa capacità progettuale va aggiunta la straordinarietà dell’intero sistema dell’oreficeria vicentina, capace di ricostruire un oggetto antico partendo dalle nuove stampanti 3D PLM della Legor Group, con le finiture secondo tradizione del maestro argentiere Carlo Rossi e aggiungendo a queste elementi di ricercatezza come la piccola “Rua”in oro di Chimento Gioiellieri o il quadrante della torre Bissara in smalto di Oreficeria Soprana, senza contare quanti hanno saputo eseguire le stesse viti in argento massiccio, le targhe incise, nonché la base di sostegno per il Museo Diocesano, dove il Gioiello è sempre esposto al pubblico. 

Il Gioiello di Vicenza è rinato con il patrocinio dalla Regione del Veneto, Comune di Vicenza, Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Vicenza e Bassano d.G., Museo Diocesano di Vicenza, Confartigianato Vicenza, FAI Fondo Ambiente Italiano-del. di Vicenza, Le Botteghe Storiche di Vicenza ed è promosso da Comitato per la Rua, Diocesi di Vicenza - Ufficio per i Beni Culturali, Festival Biblico, Gioielleria Soprana, Pro Loco Postumia, VAGA – Ass. giovani architetti della provincia. Con il sostegno di Argenteria Rossi, Vi1544, Legor Group S.p.A., Torneria Nicoletti, Chimento Gioielli, Visentin Casa, Corà Timber, Caoduro S.p.A., Arte Ricamo S.n.c., AreaArte.

Breve cronistoria del Gioiello di Vicenza.

Il Gioiello è un capolavoro di fede e di gioielleria fatto costruire dai vicentini nel 1578 come ex voto per scongiurare le continue epidemie di peste. Il consiglio cittadino lo “affidò” simbolicamente nelle mani del patrono San Vincenzo perché lo consegnasse alla patrona della città, la Madonna di Monte Berico attraverso una processione religiosa che partisse dalla chiesa di S. Vincenzo in piazza dei Signori fino al Santuario. Realizzato partendo dalla “pianta angelica” custodita in Vaticano con la supervisione di Andrea Palladio e le maestria dell’orafo Cesare Capobianco (documentato) perché rappresentasse l’anima della città nel pieno della sua trasformazione in “teatro urbis” neoclassico. 

Nelle campagne d’Italia del 1797 le truppe napoleoniche razziarono la maggior parte dell’oreficeria ricavandone materiale prezioso e tra questi il Gioiello che da allora sopravvisse nella memoria solo attraverso sei dipinti ad olio conservati in chiese e istituzioni della provincia. Nell’ambito della rinascita dei due simboli storici della città, il Giro della Rua e il Gioiello, lo storico Davide Fiore riunì nel 2009 al Museo Diocesano i membri del futuro Comitato scientifico, ognuno per la sua specifica capacità all’interno del progetto.


Si parla di