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"La Maria Zanella" al Teatro Comunale di Orgiano

Grotta Azzurra è una rassegna teatrale dedicata al teatro amatoriale. Si compone di quattro appuntamenti che vanno dal 10 al 31 marzo 2023.

La Maria Zanella (di S. Pierattini) è in scena il 17/03/2023 al Teatro Comunale di Orgiano.

“Mi capita di svegliarmi di notte e pensare … 'Oddio … e se oggi dovesse morire mio padre … mia sorella … o addirittura il gatto?’ Si soffre come cani…”

Una casa che reca ancora sulla facciata i segni dell’alluvione: la riga nera! L’alluvione, quella accaduta in Polesine nel 1951. E oltre quella riga nera, le paure, le angosce e le malinconie della Maria Zanella, che in quella casa è nata e vissuta, dove lei vive e dove vivono i suoi ricordi. Una casa rovinata dell’alluvione, che ora la sorella vuole vendere. La Maria Zanella, in cerca di una risposta alle sue paure, quelle che l’assalgono di notte, quelle di tutti coloro che conoscono l’inesorabile dolore del distacco da ogni luogo affettivo. Un monologo intimo, delicato e confidenziale interpretato da Grazia Bridi, con la regia di Sergio Bortolotti. In un periodo in cui i cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, il TIM porta in scena uno spettacolo su un evento del passato, per far riflettere su cosa significhi portare addosso gli effetti di un cataclisma.

Sergio Pierattini è un drammaturgo e attore. Nasce a Sondrio il 27 luglio 1958 e cresce a Siena dove i genitori si trasferiscono nel 1962. Per alcuni anni, da giovanissimo, frequenta il Piccolo Teatro della città di Siena, dove tornerà alla fine degli anni '70. Nel 1979 viene ammesso come allievo attore all'Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma. Tra i suoi insegnanti anche Andrea Camilleri. Si diploma nel 1982 con lo spettacolo “Incantesimi e magie” diretto da Aldo Trionfo e presentato al 25º Festival dei due Mondi di Spoleto. Negli anni successivi lavora come attore in spettacoli e film di successo.

L’alluvione del Polesine del 1951. Settanta anni fa nei primi giorni di novembre, il nord Italia venne colpito da piogge intense e persistenti che in val Padana raggiunsero l’apice tra il 6 e il 12. In questi sei giorni sul bacino del Po vennero misurati mediamente circa 30 millimetri di pioggia al giorno, con picchi che superarono anche di quattordici volte la media mensile dei cinque anni precedenti. Tale quantità di acqua determinò la piena di tutti i corsi d’acqua del bacino. Il Po crebbe velocemente, ingrossato dalle acque di tutti i suoi affluenti e il 14 novembre 1951, nel tratto fra Santa Maria Maddalena e Occhiobello in provincia di Rovigo, l’argine del Po cedette dando inizio alla più estesa alluvione del XX secolo in Italia: l’alluvione del Polesine. In pratica, circa due terzi della portata fluente, pari ad otto miliardi di metri cubi d’acqua, anziché proseguire la sua corsa verso il mare, si riversò sulle campagne e sui paesi, allagando una superficie di oltre 100.000 ettari e causando centouno morti e sette dispersi. Furono più di 190.000 i profughi costretti ad abbandonare definitivamente il Polesine e le proprie abitazioni, con conseguenze economiche e sociali catastrofiche.

Prenotazione: https://bit.ly/3XiwHtb


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