Eventi

Giornate Fai di Primavera: le aperture straordinarie a Vicenza e in Veneto

Tornano le Giornate FAI di Primavera questo fine settimana. Il più importante evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, che quest'anno raggiunge la trentesima edizione e torna nella sua tradizionale collocazione temporale, il primo weekend di primavera.

L’evento di punta del FAI, grazie al quale sono stati aperti al pubblico e valorizzati più di 14.000 luoghi d’arte e natura in tutta Italia per un totale di oltre 11.000.000 di visitatori, avrà come protagonista assoluto lo straordinario e ricco patrimonio italiano, da scoprire e riscoprire partecipando alle visite - a contributo libero - proposte dai volontari del FAI in oltre 700 luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti in 400 città, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria vigenti.

Luoghi aperti a Vicenza e provincia

I luoghi straordinariamente aperti sabato 26 e domenica 27 marzo, saranno:

VILLA REZZONICO BASSANO DEL GRAPPA

Sabato: 00:00 - 00:00 / 14:30 - 17:00
Note: Turni di visita con max 20 persone.

Domenica: 09:00 - 12:30 / 14:00 - 17:00
Note: Turni di visita con max 20 persone.

Il bene si trova in centro a Bassano del Grappa lungo la statale che porta a Padova. E' una costruzione imponente con adiacenti due barchesse e una piccola cappella privata dedicata a San Giovanni Battista, è ben visibile dalla strada, facilmente raggiungibile. Attorno alla villa si apre un bellissimo e ben curato giardino dal quale si possono godere le montagne dell'Altopiano di Asiago il Monte Grappa e il gruppo del Montello, uno spettacolo della natura che rende il luogo ancora più affascinante. Villa Rezzonico è una testimone importante della vita di Bassano dalla sua nascita ad oggi. Sempre protagonista ed altera ha saputo sopravvivere a momenti di abbandono, ritornando sempre la suo antico splendore. Negli ultimi anni, grazie ad un illuminato nuovo propretario, è stata completamente restaurata, sia all'interno che all'esterno, con grande cura e particolare attenzione alle opere d'arte. Entrare ora in villa sembra di sentire l'atmosfera di quei bei tempi andati...anzi no ritornati!

La villa fu costruita negli anni 1702-1703 per volere di Giambattista Rezzonico (Venezia, 1º giugno 1740 – Roma, 21 luglio 1783) come semplice casa dominicale. Saranno gli eredi di Giambattista negli anni a venire che trasformeranno questa piccola casa nella monumentale villa di oggi, anche per volere del Papa Clemente XIII che ne fece una villa di rappresentanza dove spesso si rifugiava durante gli anni in cui era Vescovo a Padova e poi Papa a Roma. La villa è enorme e il suo aspetto esteriore davvero imponente con 4 grandi torri laterali che la fanno sembrare un castello. La particolarità di questa villa è il contrasto inaspettato fra il suo esterno e gli interni , curati nei particolari, ricchi di stucchi, dipinti, scalinate in marmo e molto altro che la rendono uzn vero gioiello. Chi visita villa Rezzonico rimane stupefatto e a volte incredulo non solo per la sua bellezza, grandezza ecc. ma anche per la sua incredibile storia. Nulla trapela all'esterno di quanto avviene al suo interno...sarà una sopresa! La visita guidata dei nostri Apprendisti ciceroni, che da mesi si stanno preparando, vi faranno prcorrere secoli di storia passeggiando nel raffinato salone delle feste, scalinate in marmo, salotti ricchi di collezioni di stampe antiche, la biblioteca con i due dipinti di Papa Clemente XIII e tanto tanto altro.

La villa, che come abbiamo detto nasce come casa dominicale, è stata completamente trasformata negli anni dal 1730 al 1740 per opera del famoso architetto Giorgio Massari, già impegnato a Venezia con Cà Rezzonico, altra splendidsa proprietà della famiglia. Comincerà in questi anni il periodo di massimo splendore della villa, grazie alla cura e vita sociale dei discendenti e di Papa Clemente XIII che qui soggiornava mentre era vescovo a Padova e poi Papa a Roma. Frequentatore abituale della villa, e non solo, è stato il Grande Antonio Canova che oltre a numerosi interventi in villa farà anche la monumentale tomba di Papa Rezzonico in Basilica a Roma.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La villa è un bene privato ed è generalmente chiusa. Viene aperta solo in occasione di particolari eventi quali incontri culturali, eventi privati. Le visite guidate organizzate per le Giornate FAI di Primavera racconteranno la storia della villa dalla sua origine ai tempi dell'ultima proprietaria ...Semitecolo, un'altra storia affascinante di una donna di grande coraggio e inziative...altra storia inaspettata e davvero poco conosciuta da non perdere!

VISITE A CURA DI Apprendisti Ciceroni Liceo "G.B. Brocchi", ISS "G.A. Remondini" di Bassano del Grappa, Volontari FAI, universitari.

VILLA REPETA BRESSAN CAMPIGLIA DEI BERICI

Sabato: 10:00 - 18:00
Note: Gruppo massimo di 18 persone. Turni di visita ogni 15 minuti.

Domenica: 10:00 - 18:00
Note: Gruppo massimo di 18 persone. Turni di visita ogni 15 minuti.

Villa Repeta Bressan, sorge poco a nord del paese di Campiglia dei Berici, al centro di un'estesa proprietà, in Provincia di Vicenza. La grandiosità e l'eccellenza del complesso, nel contesto ambientale rurale in cui è inserito, rimane ancora praticamente intatto e l'originario legame tra le ville venete con le vie d'acqua viene sottolineato dalla presenza della roggia.

Villa Repeta è una villa veneta edificata nel 1672 sui resti della precedente villa palladiana, distrutta da un incendio fra il 1640 e il 1672. Recenti studi hanno portato alla luce il disegno del progetto originario, ideato da Andrea Palladio per Mario Repeta intorno al 1557. Il progetto viene descritto ne "I Quattro Libri dell'Architettura" e sembra differire molto dalla costruzione attuale, voluta da Enea e Scipione Repeta. Passata nelle mani della famiglia Bressan, la proprietà è stata conservata e restaurata alla fine del 1900.

La cinquecentesca Villa Repeta rappresenta uno dei progetti più singolari all'interno della produzione di Palladio. Il disegno della villa potrebbe essere frutto di un preciso stimolo della committenza e rispecchiare le idee eterodosse ed egualitarie di evidente matrice luterana della famiglia Repeta. Completamente diversa è la villa seicentesca voluta da Enea e Scipione Repeta, che si presenta come un edificio chiuso e severo, nettamente separato dai fabbricati rustici, quasi a voler manifestare anche nelle architetture l'impronta militaresca e feudale della casata.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
L'apertura di Villa Repeta Bressan rappresenta l'occasione per visitare una proprietà raramente fruibile al grande pubblico. Accolti dai Narratori del Gruppo FAI Giovani Vicenza e dagli Apprendisti Ciceroni , i visitatori verranno accompagnati nell'antica proprietà della famiglia Repeta. Il percorso si sviluppa tra le sale affrescate, dipinti e mobilio d'epoca della Villa sino all'antico brolo, dal quale si può vedere l'intera proprietà, dalla barchessa alla vecchia "colombara". Una preziosa opportunità per conoscere le vicende storiche della famiglia Repeta, inquieta protagonista della vita civile vicentina del Cinquecento e le differenze stilistiche del progetto palladiano rispetto alla Villa seicentesca.

VISITE A CURA DI Volontari FAI Giovani Vicenza e Apprendisti Ciceroni dell'Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo "Rosselli-Sartori"

ANTICA PARROCCHIALE DI CAMPIGLIA DEI BERICI

Sabato: 00:00 - 00:00 / 15:00 - 17:00
Note: Gruppi massimo di 20 persone. Due turni di visita

Domenica: 00:00 - 00:00 / 15:00 - 17:00
Note: Gruppi massimo di 20 persone. Due turni di visita

La Cappella privata di Villa Repeta in località Piazza Vecchia è l'antica parrocchiale del paese. Situata nel Parco della Rimembranza, l'antica chiesa di Campiglia dei Berici è di proprietà della Famiglia Bressan.

L'antica Parrocchiale era originariamente dedicata a San Pietro. Ricostruita nel 1519, alla fine dell'Ottocento venne ritenuta inadeguata ad accogliere i fedeli, cresciuti di numero, e venne acquistata dai Bressan, che la intitolarono a San Valentino.

La facciata cinquecentesca ha un aspetto monumentale con il portale con semicolonne corinzie, che sostengono un timpano interrotto. Rimane una traccia dell'affresco raffigurante lo stemma dei Repeta nel rosone cieco. All'interno era conservata in una nicchia una pregevole Madonna con bambino di Andrea Briosco, detto “le Riccio”, ora custodita presso la chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo. Di particolare importanza sono le tele con le Storie di San Pietro, attribuite a Francesco Montemezzano, allievo di Paolo Veronese.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Il Gruppo FAI Giovani Vicenza aprirà le porte dell'antica Parrocchiale di Campiglia dei Berici: un'occasione per vedere un luogo solitamente non accessibile. Sarà eccezionalmente possibile visitare l'interno della Chiesa anticamente intitolata a San Pietro e approfondire la storia della Famiglia Repeta. Dal suggestivo Parco della Rimembranza si accederà agli interni: le tele di Francesco Montemezzano, allievo di Veronese, gli affreschi e gli stucchi. La visita è dedicata agli Iscritti FAI.
VISITE A CURA DI Volontari FAI Giovani Vicenza e Apprendisti Ciceroni dell'Istituto di Istruzione Superiore di Lonigo "Rosselli-Sartori"

INGRESSO DEDICATO AGLI ISCRITTI FAI CON POSSIBILITÀ DI ISCRIVERSI IN LOCO

PARCO QUERINI VICENZA

Sabato: 10:00 - 18:00
Note: Turni di visita ogni 15 minuti

Domenica: 10:00 - 18:00
Note: Turni di visita ogni 15 minuti

Parco Querini è un polmone verde di più di 10 ettari, situato nel centro storico di Vicenza, tra il fiume Bacchiglione, il suo affluente Astichello e i resti delle mura veneziane, lungo viale Rodolfi. Fu parco privato annesso al palazzo di Contrà San Marco, voluto dai conti Capra all'inizio del XIX secolo, come giardino, ma anche brolo per le coltivazioni agricole. Verso la fine dell'Ottocento la proprietà passò ai Querini e poi ai Rezzara ed è di proprietà comunale dagli anni Sessanta.

Un viale rettilineo circondato da statue collega il palazzo a un tempietto circolare progettato nel 1820 da Antonio Piovene in stile neoclassico. Il tempietto, con 12 colonne ioniche che sorreggono una cupola circolare, è situato su una collina artificiale, circondata da uno stagno alimentato dal fiume Astichello. Alla base della collina sono stati trovati i resti di una ghiacciaia. Le statue (26), i gruppi scultorei (2), i vasi (12) e gli obelischi (4)sono attribuibili alla bottega del Marinali, al Gai, al Torretto e al De Putti. Raffigurano prevalentemente personaggi mitologici e allegorici. Ai lati del viale il parco è organizzato in ampi spazi a prato, una “carpinata” (doppio filare di carpini) lungo Viale Araceli forma una bellissima galleria e la zona nord-est offre un boschetto di origine settecentesca.

Dal lato opposto rispetto al palazzo sono situate le serre e una piccola struttura in stile neogotico, detta castelletto. E' in corso il recupero delle serre che risalgono a inizio dell'Ottocento, forse su progetto di Giuseppe Jappelli. Confinavano con alcuni fabbricati agricoli verso piazza Araceli, che il conte Antonio Capra aveva fatto costruire al posto del convento delle Clarisse, per la produzione degli agrumi. Jacopo Cabianca nel 1805 ne descrive la bellezza.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Un bene da conoscere, da guardare e non da vedere, che nasconde una storia interessante e unica per la Città di Vicenza. Il parco pubblico, solitamente aperto, racconta per la prima volta la sua storia

INIZIATIVE SPECIALI
Grazie a Pier Jacopo Rinaldi, discendente della famiglia Querini Rezzara, i visitatori potranno apprendere notizie del passato legato al Parco e dei suoi ricordi. Sarà presente sabato e domenica dalle 10.00 alle 11.00. Visita esclusiva per gli Iscritti FAI, con possibilità di iscrizione in loco. contributo richiesto a partire da € 6.00

VISITE A CURA DI Delegazione FAI Vicenza e Apprendisti Ciceroni del Liceo Lioy

IN VENETO

Belluno

La Delegazione FAI di Belluno propone in occasione delle Giornate Fai di Primavera la scoperta del Rifugio antiaereo di via Lambioi, eccezionale esempio di ingegneria bellica situato nel sottosuolo del centro storico della città e progettato tra il 1943 e il 1945. La visita, riservata agli iscritti FAI, con tuttavia possibilità di iscriversi online ed anche in loco, porterà i visitatori attraverso i vari ambienti del rifugio, che era in grado di ospitare fino a tremila persone, dove ancora appaiono le grandi scritte segnaletiche fatte per mantenere l'ordine durante i bombardamenti. Entrati all’interno, ne verrà ripercorsa la storia, approfondendone anche l'aspetto strutturale ed architettonico.

Sempre in centro sarà aperto ai visitatori il Palazzo del Monte di Pietà, di proprietà della Fondazione Cariverona. Il percorso, che prevede la visita ad alcuni ambienti interni del palazzo, solitamente chiusi al pubblico, interesserà le sale del banco dei pegni, una delle quali contiene una suggestiva decorazione a fresco, della seconda metà del XV secolo, che in origine doveva ricoprire interamente i locali interni. La visita comprenderà, inoltre, la chiesa della Beata Vergine della Salute, fondata nel 1627 e annessa al palazzo, e si concluderà nel vicino Museo Civico di Belluno, con la visita ad alcuni manufatti e dipinti provenienti dall’edificio. 

A cura del Gruppo FAI Giovani di Belluno sarà la visita al complesso della ex scuola elementare “Aristide Gabelli”, dedicata al pedagogista bellunese di fama nazionale, costruita nei primi anni Trenta. Esempio significativo dell'architettura razionalista, realizzata sulla base del metodo pedagogico elaborato negli anni Trenta dall’educatrice milanese Giuseppina Pizzigoni, l’edificio venne abbandonato a causa d'infiltrazioni e crolli. Un'ampia mobilitazione popolare, sostenuta dall’Associazione Cittadini per il recupero della Gabelli, ha portato la scuola a diventare un Luogo del Cuore con oltre 15.500 voti, ottenendo grazie al FAI un contributo che ha consentito di riparare il tetto e spingendo il Comune a promuoverne il recupero. La visita permetterà di vederne in anteprima i risultati raggiunti. 

Padova

Saranno complessivamente sei le aperture tra Padova e provincia a cura della Delegazione FAI e del Gruppo FAI Giovani di Padova, che per l’occasione coinvolgeranno anche gli iscritti al corso di mediatori artistico culturali, promosso dalla Delegazione di Padova-Fai Ponte tra Culture. 

Riservata agli iscritti FAI e a coloro che si iscriveranno in loco, è la visita alla “Villa” di Palazzo Papafava dei Carraresi e il suo giardino, i cui interni, squisitamente neoclassici, sono splendidamente decorati da grandi altorilievi alle pareti, opera di Luigi Zandomeneghi, Luigi Ferrari, Rinaldo Rinaldi, e dagli affreschi realizzati da Giovanni De Min. 

Di grande interesse è anche la torre Massimago, antica struttura difensiva del secolo XIV e l’ex Giardino Sgaravatti di cui verranno scoperte le differenti specie botaniche esistenti mentre verrà raccontata lo sviluppo dell’area di Città Giardino. 

Altro importante appuntamento sarà nei chiostri dell’ex Convento delle Maddalene ora distinto nel Teatro che porta ancora questo nome e nell’Istituto Leonardo da Vinci. Nella giornata di domenica 27 avrà luogo una visita speciale che includerà anche il vicino Cimitero ebraico. 

Si potrà poi visitare e conoscere l’Antonianum, imponente complesso privato, fino a qualche anno fa di proprietà dei Padri Gesuiti che ne avevano commissionato progetto e costruzione all’architetto, appena ventenne, Gino Peressutti.  In stile liberty egli realizzò quello che divenne il famoso Collegio, edificio ricco di ornamenti floreali, pinnacoli, torre, con un lungo corridoio passante impreziosito da vetrate colorate che conduce ad uno storico giardino di impronta jappelliana che ospita ancora piante secolari.  Il percorso proseguirà lungo via Orto Botanico fino alla “Barchessa”, ora Teatro Barco, rustico attiguo a Palazzo Tron, proprietà privata dei Frati Minori Conventuali, che ha un’architettura di gusto barocco veneziano, tipica delle case venete del Seicento, e conserva al suo interno preziosi affreschi.  

In provincia, il Gruppo Fai Giovani di Padova aprirà solo per gli iscritti FAI (possibilità di iscriversi online o in loco) Villa Calegaro e il Museo dell’Argento nel comune di Teolo, nei pressi dell'abbazia di Praglia. In origine di proprietà della famiglia dei conti Comello, subì nel tempo diversi passaggi di proprietà, fino all'acquisto da parte della famiglia Calegaro nel 1968, che la scelsero come nuova e prestigiosa immagine dell'importante Azienda argentiera.  L'azienda, giunta oggi alla terza generazione, continua la sua produzione di manufatti artigianali: argenteria di lusso composta da posateria, oggettistica e gioielleria di design che hanno contribuito all'evoluzione e alla diffusione dello stile italiano nel mondo. La villa, di origine settecentesca, ha subito numerosi rimaneggiamenti.

In occasione delle Giornate FAI di Primavera si potrà visitare a Vò, Villa Contarini Giovannelli Venier di cui, insieme con il gruppo FAI Giovani di Padova ne verranno ripercorse le vicende: da simbolo dello splendore veneziano, passando per un triste capitolo della sua storia che l’ha vista, durante la seconda guerra, trasformata in luogo di detenzione per ebrei, fino ad arrivare ai giorni nostri, che la vedono sede di un museo dedicato al paesaggio nonché Luogo della Memoria.

Rovigo

La Delegazione e il Gruppo FAI Giovani di Rovigo proporranno in occasione delle Giornate FAI di Primavera due itinerari all’insegna dell’integrazione tra uomo e ambiente e dell’eccellenza artistica del Polesine. 

Riservato agli iscritti FAI, con possibilità di iscrizione online e in loco, è la visita a Valle San Leonardo a Porto Viro, luogo incantato che copre una superficie di circa 400 ettari nella parte più estrema del Delta del Po. La visita a questa valle da Pesca, che insieme all’area protetta del Delta è stata riconosciuta dall’Unesco nel 2015 “Riserva della Biosfera”, vuole far conoscere, anche grazie all’intervento di esperti, l’unicità e la complessità di questo ecosistema sul quale ogni scelta operata dall’uomo incide. 

Nel comune di San Bellino gli iscritti al FAI potranno visitare il Molino Sbam, splendido esempio di recupero di archeologia industriale, che sorge a pochi passi dal centro del paese. Al suo interno sono custodite ed esposte le copie delle tre vetrate principali della Cattedrale di Chartres, ciascuna di circa sette metri d'altezza, opere uniche realizzate dalla Vetreria Artistica Tomanin che ha sede nello stesso comune. Sarà possibile conoscere il racconto racchiuso in ogni immagine che le compone, un'occasione unica per ammirarle a pochi centimetri dal proprio viso, immergendosi nelle storie che quel vetro custodisce.

Oltre al Molino, sarà possibile scoprire anche Palazzo Tomanin, risalente alla fine del XVII secolo, che presenta nell’impianto le caratteristiche tipologiche della tradizione veneta. Durante la visita ci si immergerà in un viaggio nell'arte vetraia. Entrando nel laboratorio, si vedranno alcuni esempi di tecniche di realizzazione di vetrate ed oggettistica in vetro lavorato. Una magia per gli occhi, dove le moderne tecnologie sono di aiuto ma non sostituiscono l'artigianalità della lavorazione del vetro, arte antica ancora oggi ricercatissima.

A pochi chilometri dal centro di San Bellino sarà aperta anche la Corte di Villa Ca’ Moro, risalente al XVIII secolo, circondata da una doppia cinta muraria e dotata di un oratorio, una barchessa neoclassica e diversi rustici. I segni della Seconda guerra mondiale ancora ben visibili sulle sue facciate, le crepe di una struttura con un passato ricco di storia saranno oggetto del racconto dei narratori, arricchito da una carrellata fotografica per meglio descriverne la struttura, inagibile dal sisma del 2012, sperando e confidando in un recupero futuro.

Venezia

La Delegazione FAI di Venezia, in città porterà i visitatori all’interno di Palazzo Corner Mocenigo, oggi sede della caserma “Piave” della Guardia di Finanza. Acquistato nel 1530-35 il palazzo fu riedificato dal 1550-51 su progetto di Michele Sanmicheli, riutilizzando parti di edifici preesistenti e realizzando una delle più monumentali e sfarzose residenze patrizie della città. Nel corso della visita sarà possibile ammirare un singolare “Gabinetto degli Specchi”, opera del genio di Tiepolo, la bellissima scala a chiocciola e l’innovativa architettura del Sanmicheli. Sarà occasione anche per visitare il Museo, memoriale della Prima Guerra Mondiale e un moderno sacrario a memoria della Fiamme Gialle cadute nell’adempimento del dovere, eretto nel 2011 nell’ambito delle iniziative di commemorazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Sempre in città, sarà possibile per gli iscritti FAI o chi si vorrà iscrivere per l’occasione riscoprire il grande affresco di Giambattista Tiepolo che decora il soffitto della sala da ballo di Palazzo Sandi, restaurato dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili di Venezia in occasione dei 27 anni della sua fondazione. 

Sull’Isola di Sant’Elena sarà aperto al pubblico lo Stadio Pier Luigi Penzo, la cui storia si intreccia con le alterne fortune della squadra calcistica padrona di casa. L'ultima ricostruzione è del 2021, ed inizia subito dopo la riconquista della Serie A, proprio per rispettare tutti i parametri necessari per ospitarne le partite.  È  stata eseguita a tempo di record.

Al Lido di Venezia i volontari del FAI illustreranno la storia e l’architettura del Tempio votivo dedicato a Santa Maria Immacolata, voluto nel 1917 dal Cardinale La Fontaine, allora Patriarca di Venezia per onorare la protezione che la Vergine aveva esercitata durante i bombardamenti della Prima guerra mondiale. L’edificio, progetto dell’architetto Giuseppe Torres, ospita ora le spoglie di più di tremila caduti delle due Guerre, tra cui quelle dell’eroe Nazario Sauro. 

Non meno interessanti sono le aperture previste per il 26 e 27 marzo in provincia di Venezia. Sarà aperto infatti al pubblico il Forte San Felice di Chioggia, la cui edificazione iniziò nel 1538 ad opera della Serenissima Repubblica di Venezia. Dopo essere stato presidiato dalla Marina Militare, che ne è ancora l’ente proprietario, il Forte è stato abbandonato verso la fine del secolo scorso. Tuttora è zona militare, non accessibile e non visitabile, salvo rare occasioni. Dopo la campagna FAI “I Luoghi del Cuore” si è passati alla definizione di un progetto di recupero del grande complesso, costituito da numerosi edifici e da un’area verde che potrebbe diventare parco pubblico.

Nel comune di Dolo merita una visita San Bruson, piccolo paese centro importante già in epoca romana in quanto punto di congiunzione tra la via Annia e la via Pompilia. Qui troviamo la Chiesa di S. Ambrogio, costruita probabilmente sulla sede di un’antica Pieve, i cui lavori di costruzione furono terminati nel 1768. L'interno ospita, oltre all'altare maggiore, quattro altari laterali, quadri, statue, lapidi, il battistero, il pulpito, le teche con innumerevoli reliquie e un importante organo opera di Gaetano Callido. Il soffitto attuale, affrescato nel 1936 da Giuseppe Chiacigh, raffigura la glorificazione di Sant'Ambrogio. Interessanti anche la Sacrestia, impreziosita da un lavabo tardo medievale e la Canonica, solitamente chiuse al pubblico e visitabili in esclusiva in occasione delle Giornate FAI di Primavera. Non lontano dalla Chiesa si trova la settecentesca Corte di Villa Colloredo. Costruita nel 1782 dalla famiglia omonima e più volte ampliata nel corso dell'Ottocento e del Novecento, la struttura venne acquistata nel 1974 da Alberto Meneghelli che ne fece la residenza di famiglia, ristrutturandola quasi completamente nel 2005. Residenza privata, sarà eccezionalmente aperta al pubblico nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 marzo. 

In occasione delle Giornate FAI di Primavera, il Gruppo FAI Giovani di Portogruaro aspetta i visitatori per un percorso che si snoderà tra i più suggestivi luoghi del centro cittadino. Si parte dal Palazzo Comunale, la cui parte più antica è databile al XIII secolo per poi proseguire in Corso Martiri della Libertà ammirando le facciate dei palazzi storici De Goetzen, De Goetzen-Muschietti e Favolo. 

Riservate agli iscritti FAI, con possibilità di iscrizione online e in loco, sono le visite a Palazzo Longo, esempio di un'architettura propria della nobiltà portogruarese del Medioevo e Palazzo Dal Moro, un unicum in Portogruaro, che si eleva su un notevole porticato con archi acuti innervati e poggianti su quattro pilastri. Entrando in via Garibaldi si incontreranno le facciate di Palazzo Martino e Palazzo Bolzicco dove si potrà accedere agli androni e ai giardini. Si giungerà quindi al Palazzo Vescovile, la cui prima testimoniata risale al 1339, nel quale è anche in corso la mostra la mostra “L’Arte della Fisica.  Da Luigi Russolo a Renzo Bergamo” omaggio a due importanti protagonisti del mondo dell'arte nati a Portogruaro. Sempre in via del Seminario sarà aperto al pubblico Palazzo Altan Venanzio, sede della Biblioteca Civica, testimonianza di quel magnifico gruppo di edifici che tra il XV e il XVI secolo completarono il tessuto architettonico di Portogruaro, ricco di esempi del gotico italiano, veneziano e rinascimentale. In via Cavour ci si concentrerà in particolare sull’androne e sul giardino di Palazzo Doardo Marco e sul giardino di Palazzo Gallo, che si ispira alla tipologia delle costruzioni civili, di chiara derivazione veneziana, sorte in città nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Agli iscritti FAI è dedicata la visita di Palazzo Fabroni, risalente al '400, dove si potrà ammirare l'ampio salone, la cui pavimentazione, da poco restaurata, risale al 1600. Dal salone si accede all'elegante sala da pranzo, in cui è conservato il ritratto dalla Marchesa Malaspina. A completare il palazzo, vi è l'ampio giardino che si affaccia sul fiume Lemene, con due accessi all'acqua.

Verona

In occasione della Giornate FAI di Primavera, nella città scaligera l’apertura curata dalla Delegazione FAI di Verona è dedicata alla scoperta della lunga storia che racchiude l’Hotel Due Torri. Sabato 26 e domenica 27 marzo sarà possibile conoscere la storia dell'Hotel, situato in un palazzo trecentesco, e ammirarne le testimonianze storiche ed artistiche, quali le pitture di Casarini realizzate negli anni della Dolce Vita. Il percorso di visita include il salone Lounge al pian terreno, con le sue opere d’arte e con il Torneo dei Cavalieri Brandeburghesi ed infine l’Arena Casarini.

In provincia, la Delegazione FAI di Verona, in collaborazione con il Comune di Povegliano Veronese, aprirà ai visitatori Villa Balladoro, vasto complesso architettonico testimonianza della tradizione delle corti agricole. La sua origine risale al Cinquecento, ma fu nel Settecento, con il passaggio di proprietà ai Balladoro, che la struttura giunge a compimento: la casa padronale al centro del complesso, incorniciata da due torri merlate, viene completata da una cappella gentilizia, da rustici, magazzini per il raccolto, le abitazioni per i lavoranti, porticati, tutti affacciati su una ampia aia. Sul lato opposto, si sviluppa un incantevole parco, ricco di statue e corsi d'acqua, che si intersecavano nell'elegante fontana in marmo bianco che tuttora si erge al centro del vastissimo brolo. La villa, di proprietà comunale, è normalmente chiusa al pubblico, sarà possibile visitarne le sale in cui è ospitata la biblioteca comunale.

A Sommacampagna, in collaborazione con il Comune, si andranno invece a conoscere i luoghi un tempo adibiti alla coltivazione del baco da seta. Si farà tappa presso l'abitazione di un venditore di “semente”, i piccoli ovetti dai quali nascevano i bachi e presso Corte Decima, antica abitazione dei Venier e centro economico di Sommacampagna. Passeggiando nelle vie, tra le antiche ville che hanno determinato le trasformazioni urbane e paesaggistiche di Sommacampagna, si arriverà a Corte Caprara, azienda agricola che nel XIX e XX secolo è stata il cuore pulsante dell'economia di Sommacampagna. Qui, si potrà visitare la residenza ottocentesca, dove sono appena terminati i restauri della struttura e degli apparati decorativi. 

Sempre in provincia, con il gruppo FAI Giovani di Verona, in collaborazione con il Comune di Sanguinetto, si andrà alla scoperta dei luoghi più belli e significativi del centro storico, la cui origine risale al Medioevo, come testimoniato dal Castello, sorto come mastio costruito dagli Scaligeri nel XIII secolo, successivamente ceduto alla famiglia Dal Verme che lo trasformò in residenza signorile. Si proseguirà poi a piedi incontrando Palazzo Betti, dimora signorile in stile neoclassico con pregevoli affreschi e stucchi al suo interno. A fianco di esso sorge il complesso architettonico della chiesa di S. Maria delle Grazie, originaria del 1400 e ristrutturata nel 1600, e dell'annesso convento, databile al 1600, con l'elegante chiostro interno a forma quadrata, con colonne in stile ionico e un pozzo in stile barocco di forma ottagonale al centro. In fondo al corso principale del paese chiude la visuale, come una quinta teatrale, l'Oratorio delle Tre vie, detto anche “Chiesetta della Rotonda”, particolare struttura circolare con interno ottagonale, eretta nel 1747 opera dell'architetto Alessandro Pompei di Verona.

Treviso

In città, in occasione delle Giornate FAI di Primavera con prenotazione obbligatoria sarà eccezionalmente visitabile, a cura della Delegazione FAI, Palazzo Zuccareda, costruito nella seconda metà del XVI secolo, normalmente chiuso al pubblico perché da settant’anni sede provinciale dell’Arma dei Carabinieri. Costruito su quattro piani, sul lato interno il palazzo conserva il grande cortile privato con ingresso da via Inferiore. La facciata di via Cornarotta, con ampio portale centrale, è coronata da una trabeazione dorica nella quale triglifi, in stucco e marmorino, e metope, dipinte a monocromo, con clipei con ritratti virili si alternano a finestre circolari che danno luce alle soffitte. La facciata verso il cortile ripropone la stessa ripartizione della facciata principale e nei clipei delle metope sono affrescati ritratti degli imperatori romani. La superficie era tutta affrescata con la Storie di Eros e Psiche, ora conservata in modo frammentario. Nell'interno al primo piano una sala è decorata da stucchi del XVIII secolo, con cornici che racchiudono specchi e quadri ad olio nelle pareti. Sopra le porte altri dipinti ad olio. Una seconda sala conserva dipinti nelle pareti realizzati a guazzo su carta applicata a tela, raffiguranti paesaggi e figure in costume settecentesco.

In provincia, a Fontanelle sarà aperta al pubblico Villa Galvagna Giol, immersa nel grande parco secolare e, come un'isola, affaccia sul lago alimentato dal fiume Lia che ne segna i confini e che la separa dalla chiesa di San Giacomo di Colfrancui. La facciata che guarda il lago, contrariamente a quella più classica e antica verso la strada e a sud-est verso la chiesa, fu costruita in stile neogotico romantico, con le finestre ed i balconi in pietra d'Istria ed i merli a coda di rondine sul tetto, ed è forse uno degli unici esempi rimasti in questo stile, omaggio alla moda romantica dell'epoca. Il parco secolare è stato disegnato dal Bagnara agli inizi del XIX secolo secondo la moda romantica dell'epoca e conserva piante centenarie catalogate come tra le più rappresentative nella loro specie.

Da non perdere, a Pieve di Soligo, l’itinerario preparato dalla Delegazione Fai di Treviso dedicato ai luoghi della poesia di Andrea Zanzotto. La partenza è prevista dal cortile interno del Municipio, piazza Vittorio Emanuele II dove di recente sono state collocate due significative opere degli artisti Elio Armano e Mario Martinelli. La visita si snoderà poi attraverso le storiche contrade del centro, Borgo Stolfi, Cal Santa e i Palazzi Classi Morona, e lungo le sponde del fiume Soligo, fino alla casa natale del poeta, ora Fondazione e Museo. Lungo il percorso verrà data lettura di testi e poesie, con particolare attinenza ai luoghi che hanno ispirato il poeta.  

Con prenotazione obbligatoria e numero di posti limitatissimi è la visita speciale alla casa paterna di Andrea Zanzotto, tipico esempio di architettura veneta della metà dell’800. Si entra nella proprietà attraverso un sottoportico impreziosito dalla presenza di studi per affreschi del padre Giovanni, di professione pittore e decoratore e, dopo aver percorso un piccolo giardino, si arriva all’abitazione, incastonata nella cortina edilizia del borgo. La Casa si sviluppa su tre livelli e presenta una sequenza di piccoli ambienti decorati dallo stesso padre di Zanzotto. 

A San Biagio di Callalta sarà, infine, aperta la Chiesa di San Sisto ora Del Redentore, situata sulle rive del fiume Nerbon, in un ambiente pressoché incontaminato del territorio trevigiano. Le prime notizie della Chiesa si hanno in un documento del 1231, anche se non è escluso che si possa retrodatare la sua fondazione di alcuni secoli. Lo schema planimetrico è a navata unica con abside circolare. Quest'ultima appare come la parte più antica, sorta su diversi blocchi di pietra che per dimensione e materia sono uguali a quelli che continuano ad emergere dal tracciato della strada romana Claudia Augusta. Completa l'edificio un piccolo campanile addossato all'abside con una guglia a forma di cipolla, tipologia successiva alla costruzione della chiesa. Sulla parete esterna di mezzogiorno compare un affresco riferibile al XV secolo. Nel semicerchio interno dell'abside, nel 1977, sono stati messi in luce degli affreschi databili il quarto decennio del XV secolo. 


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