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Emicrania: una patologia endemica da riconsiderare

L’emicrania è una patologia cronica altamente invalidante e
particolarmente diffusa, ne soffre infatti quasi il 12% della popolazione
mondiale. Particolarmente esposta alla patologia è il sesso femminile,
infatti tra i 30 ed i 40 anni il rapporto tra uomo e donna è di 1 a 3,5. Si può
quindi definire l’emicrania una malattia di genere.
L’emicrania è la prima causa di disabilità per la popolazione inferiore ai
50 anni, di conseguenza colpisce in particolar modo le persone nel pieno
della loro attività produttiva e di realizzazione sociale. Molti studi quindi si
sono concentrati nel valutare l’impatto di questa malattia sotto il profilo
economico e sociale. In particolare si stima che in Italia circa 5 milioni di
persone soffrano generando circa 12 milione di giornate lavorative perse.
Da molti anni non esistono novità rilevanti nella profilassi di questa malattia
cronica ma in tempi recenti si sono affacciate anche in Italia delle nuove
terapie che sembrano migliorare la vita dei pazienti ma che avranno di
contro un impatto non trascurabile sul bilancio del sistema sanitario.
Tuttavia il miglioramento di salute del paziente emicranico può avere dei
risvolti positivi e misurabili anche grazie all’incremento di produttività che
si accompagna in un territorio, quello Veneto, particolarmente denso di
piccole e medie imprese.
Può quindi un’avveduta gestione della sanità regionale incidere a livello
economico sulle attività produttive del territorio? E in quale misura? Come
possiamo quantificarne l’impatto?
Questo incontro si propone di approfondire questi temi e dare alcune
risposte.


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