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"Da qui alla luna":un requiem per i 16 milioni di alberi spazzati via dalle tempesta Vaia

UN DELICATO REQUIEM PER LE NOSTRE MONTAGNE
La voce di Andrea Pennacchi e le musiche di Giorgio Gobbi ricordano il disastro ambientale che lo scorso ottobre ha travolto l’arco dolomitico del bellunese.  

Un nuovo progetto di teatro civile dello scrittore padovano Matteo Righetto che vuole ricostruire i fatti dello scorso ottobre, quando la tempesta “Vaia” ha distrutto boschi e paesaggi delle Alpi orientali: Da qui alla luna, in scena sabato 3 agosto alle 21.00 alla Centrale Guarnieri di Carpanè Valbrenta. 

Da qui alla luna, non è solo un titolo evocativo, ma una sorta di unità di misura: mettendo in fila uno dopo l’altro i 16 milioni di alberi spazzati via dalle tempesta “Vaia”, che ha devastato le Alpi orientali nell’ottobre 2018, si riuscirebbe a coprire grossomodo la distanza che separa la Terra dalla Luna.
Un’immagine impressionante, a partire dalla quale lo scrittore Matteo Righetto ricostruisce con precisione i fatti dell’ottobre 2018, in una sorta di delicatissimo requiem per una montagna violentata e abbandonata.

A dare voce e corpo ai protagonisti di questa storia il talento di Andrea Pennacchi, con la sua ironia e la sua umanità, accompagnato dalle musiche evocative di Giorgio Gobbo alla chitarra.
Così, dal dramma di un disastro naturale nasce una narrazione che denuncia, analizza e riflette su una strage che ha portato via i paesaggi e l’identità di chi abita quei luoghi.  Un racconto corale che ci fa rivivere senza retorica l’orrore di quei giorni attraverso lo sguardo degli abitanti delle vallate bellunesi: il muratore Silvestro, Paolo, un giovane studente e la vecchissima Agata. Il regista Giorgio Sangati affida all’ironia e all’umanità di Andrea Pennacchi il racconto di questo immane disastro naturale, creando una narrazione a più voci che ci ricorda quanto sia fragile il pianeta in cui viviamo. La parte musicale è affidata alle musiche originali di Giorgio Gobbo e Carlo Carcano che ne hanno curato anche la drammaturgia. 

Uno spettacolo potente, che scava nell’animo di chi ha vissuto la tragedia a proprie spese, sapendo che niente sarà più come prima; perché per decenni quei boschi non esisteranno più, insieme a una parte della memoria, della storia di quei territori. Come se quegli abeti rossi fossero gli stessi abitanti, gli stessi esseri umani, chiamati a recuperare un legame spezzato da tempo: quello con la Natura.

Info e prenotazioni Biglietteria Operaestate festival tel. 0424 524214 519811 www.operaestate.it 

In scena il 3 agosto alle 21.00 presso la Centrale Guarnieri di Carpanè Valbrenta.


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