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Arzignano, a teatro: Antigone 1939

Una scena dello spettacolo

La stagione 2015-2016 del Teatro Mattarello, promossa dal Comune di Arzignano, curata per la parte organizzativa da Theama Teatro e realizzata in collaborazione con Arteven, si prepara a raccontare l’eterno conflitto tra l’agire morale e il potere tirannico attraverso una delle tragedie più rappresentate al mondo.

L’Antigone di Sofocle, ma ambientata in un cabaret della Germania nazista del 1939. Le parole restano quelle dell’autore greco, completamente nuovo invece è l’allestimento scenografico creato dalla regia di Alberto Rizzi, carico di suggestioni che avvicinano il classico allo spettatore moderno. Un’opera teatrale a cura della compagnia Ippogrifo Produzioni, con chiari rimandi alle precedenti versioni di Anouilh e Brecht. È “Antigone 1939”, in scena venerdì 12 febbraio alle ore 21, con lo stesso Rizzi, Chiara Mascalzoni, Clelia Cicero, Diego Facciotti, Pierdomenico Simone, Mattia Meneghini e Barbara Baldo. Musiche originali scritte dal maestro Federico Fuggini e costumi di Michela Toffali. Come in una sorta di cabaret berlinese i personaggi sono attori pronti a entrare in scena per interpretare, ancora una volta, lo scontro Creonte-Antigone, facendone echeggiare tutta la violenza, la ferocia e la drammatica attualità. All’indomani della reciproca morte di Eteocle e Polinice il nuovo re di Tebe, Creonte, ha ordinato che il primo, difensore della città, sia onorato della sepoltura, mentre il corpo di Polinice sia abbandonato agli animali da preda. Antigone, loro sorella, trasgredisce l’ordine del re, pur sapendo che ciò potrebbe comportarle la morte, e onora della sepoltura anche l’altro fratello. Arrestata, non mostra pentimento del proprio gesto, anzi si oppone fieramente a Creonte e al suo empio bando, per cui viene condotta a morte.

Inutilmente Emone, figlio di Creonte e promesso sposo della fanciulla, tenta di far recedere il padre da quanto stabilito nel suo editto. Altrettanto vano risulta l’analogo intervento dell’indovino Tiresia. Infine, il coro riesce a far breccia nell’animo del re, ma troppo tardi: la fanciulla ha anticipato la morte impiccandosi. Emone, folle di rabbia, tenta il parricidio, ma poi si suicida sul cadavere della promessa sposa; Euridice, consorte del re, prostrata dal dolore, si uccide anch’essa. Ippogrifo Produzioni è l’unica compagnia italiana a produrre sistematicamente tragedia greca, vantando da oltre dieci anni un importante repertorio liberamente ispirato al teatro dell’antichità. Lo spettacolo è il secondo capitolo della trilogia Tragedia Greca nel ‘900, il cui primo capitolo è stato Edipo Re 1911 ambientato nella Russia zarista con Edipo a rievocare Nicola II e il vate Tiresia a richiamare Rasputin.

Biglietti a € 20 intero ed € 16 ridotto per platea e gradinata centrale; € 15 intero ed € 12 ridotto per gradinata alta.


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