Economia

Diminuiscono gli incidenti sul lavoro nel Vicentino: -6% rispetto al 2015

Una tendenza in miglioramento che sta proseguendo anche nel corso di quest'anno, secondo i dati aggiornati e le proiezioni dello Spisal dell'Ulss 6

Infortuni sul poso di lavoro in calo a Vicenza, a rilevarlo sono i dati diffusi dallo Spisal dell'Ulss 6. Nel 2015 gli incidenti sono stati 2.577 contro i 2.744 dell'anno precedente: un calo del 6%, tendenza confermata anche nel primo semestre di quest'anno.

Alla diminuzione degli infortuni concorrono un po' tutti i settori, seppure in percentuali diverse: dalla metalmeccanica (-10% nel 2015) all'edilizia (-15%), ma anche l'agricoltura (-10%), la siderurgicia e l'industria chimica (-7%) per finire con i servizi (-3%).

Al di là della distinzione di genere (nel 2015 la maggioranza degli eventi gravi ha coinvolto uomini nell'81% dei casi), il dato che deve far riflettere maggiormente è un altro: sono aumentati infatti in percentuale gli infortuni con prima prognosi maggiore ai 20 giorni che vedono coinvolti lavoratori stranieri, passati dal 18% nel 2014 al 25% nel 2015 (ovvero 79 casi su 311 nel 2015, contro i 52 casi registrati nel 2014).

Il 39% degli infortuni gravi ha coinvolto lavoratori del comparto manifatturiero (121 casi su 311 totali), seguito dalle costruzioni con il 12% (38 casi), dall’agricoltura con l'11% (35 infortuni), dal trasporto e magazzinaggio con l'8% (23 casi) e dal commercio con il 7%. Tra le attività dell'industria manifatturiera prevale la metalmeccanica che raccoglie 46 casi su 311 pari al 15%, seguita dalla metallurgia (22 casi, 7%) e dall’industria del legno e dei prodotti in legno (2,6%).

Il 96% del totale degli eventi è avvenuto durante la fase di produzione, mentre minime percentuali riguardano altri momenti quali attività lavorative occasionali o comunque diverse da quelle abituali piuttosto che la manutenzione.

E ancora, il 41% degli infortuni è avvenuto per caduta: in particolare nel 24% dei casi si trattava di caduta dall’alto; nel 17% di caduta in piano e nello 0,3% di caduta in profondità. Il 19% invece è stato colpito da o e stato urtato da qualcosa, il 9% è rimasto schiacciato da un agente materiale e un altro 9% è stato colpito con o ha urtato contro un agente materiale.

Nel 2015, il 27% si è infortunato seguendo una procedura errata (19 casi), in un altro 27% operava con condizioni sfavorevoli dell’ambiente di lavoro, nel 17% dei casi con protezioni o dispositivi di sicurezza mancanti (12 casi) e nel 13% con difetti o imperfezioni dell’agente della lesione (9 casi).

Vi è poi il dato sugli atti imprudenti compiuti dai lavoratori: nel 2015 questi sono stati rilevati nel 39% degli infortuni con prognosi uguale o superiore a 20 giorni e negli ultimi anni questa percentuale è aumentata mediamente di 10 punti percentuali partendo dal 25% del 2011.

"L'obiettivo primario dello Spisal - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 6 Giovanni Pavesi - non è quello di elevare sanzioni alle aziende, ma di lavorare insieme a loro per la prevenzione, instaurando un rapporto di reale e stretta collaborazione".

Sull'importanza della prevenzione si sofferma anche il direttore dello Spisal dell'Ulss Celestino Piz, "L'esperienza ci ha dimostrato che il solo contatto tra gli operatori dello Spisal e le aziende permette poi di ottenere condizioni di lavoro più sicure in circa il 50% dei casi e più in generale tutti i tipi di contatto (sia l’inchiesta con sopralluogo che il solo invio di un questionario di autovalutazione) aumentano in modo apprezzabile il periodo di tempo durante il quale le aziende oggetto di intervento non sono interessate da ulteriori infortuni".


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