Cronaca

Zovencedo, omicidio Pretto: 200 cacciatori autorizzati a girare di notte per i Berici

"Sono centinaia quelli che hanno la licenza di sparare di notte", dichiara Renzo Rizzi, capo nucleo delle guardie zoofile di Vicenza. Le indagini sono però ancora blindatissime e nessuna ipotesi è esclusa

Ad oggi, lunedì 12 giugno, l'unico dato certo sull'omicidio di Mauro Pretto è l'arma del delitto: un fucile da caccia a canna liscia con pallettoni usati per uccidere caprioli, cinghiali e nutrie. Gli stessi pallettoni che hanno provocato la morte dell'eremita di Zovencedo, ucciso con un colpo al petto nella notte tra il 12 e 13 maggio nella sua casa nel bosco. Un posto popolato di animali selvatici. Attualmente non risulta nessun iscritto nella lista degli indagati e i carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza tengono il massimo riserbo sulle indagini.

La pista dei bracconieri e dei cacciatori sembra essere quella più battuta, vista l'arma del delitto, difficile da identificare dato che i fucili a canna liscia non lasciano traccia sulla pallottola. Se ci fosse l'ipotesi di un coinvolgimento di un cacciatore, magari a seguito di un diverbio visto il carattere irascibile della vittima, il lavoro investigativo non sarebbe di certo facile, dato il numero impressionante di persone autorizzate a girare di notte con un fucile da caccia. "Sono circa 50 cacciatori abilitati dalla polizia Provinciale a cacciare il cinghiale di notte, mentre parliamo di un migliaio in tutta la provincia e circa 200 solo nei berici per la caccia alla nutria", spiega Renzo Rizzi, capo nucleo delle guardie zoofile di Vicenza.

Per loro non esiste la stagione di caccia: il tesserino è valido sempre. "Se il cerchio si chiude intorno a un cacciatore non ci vedo nulla di strano - continua Rizzi - bisognerebbe però fare una riflessione: avrebbero dovuto revocare a tutti le licenze notturne". Sui luoghi dove è stato ucciso Mauro le guardie zoofile hanno recentemente trovato molte tracce di cinghiali, caprioli e persino di un daino, segno che un certo tipo di fauna prospera da quelle parti. Il censimento di questo tipo di licenze è negli archivi della polizia Provinciale che, sicuramente, avrà trasmesso i nominavi agli inquirenti.

I controlli dei carabinieri su circa un centinaio di armi registrate appartenenti a persone residenti vicino al luogo del delitto potrebbero però essere insufficienti, visto che la rosa di chi detiene un fucile è molto ampia. È forse su una rosa ristretta di qualcuno di loro che gli inquirenti stanno puntando le loro attenzioni? Per ora il mistero rimane, come rimane senza risposta il movente.

Dalle testimonianze raccolte nei locali dei colli berici che frequentava, Mauro non era affatto una persona tranquilla, sopratutto quando beveva e quindi non è escluso uno scatto d'ira da parte di qualcuno con il quale il solitario si è magari scontrato aspramente. Il gestore di una birreria di un Comune poco lontano da Zovencedo ricorda un episodio di qualche anno fa quando, dopo un attacco di rabbia, Pretto ha distrutto una porta a vetri sfondandola con una pugno per poi fuggire, con le vene recise, in mezzo ai monti con il suo motorino prima di essere rintracciato, sanguinante, dall'ambulanza. 


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