Cronaca

Zovencedo, omicidio Pretto: si cerca l'auto dell'assassino

Ancora giallo sulla morte del 47enne ucciso da colpi di fucile. Sotto esame dei carabinieri una pista legata a un'Alfa vista nei pressi dell'abitazione

Una valle isolata e una casa difficile da raggiungere se non per una stradina sterrata e impervia. È questo lo scenario dove si è consumato l'omicidio di Mauro Pretto, il 47enne solitario freddato da uno o due colpi di fucile nella notte tra venerdì e sabato.

Dalle prime indagini dei carabinieri sembra che un testimone abbia visto un'auto, forse un'Alfa 159, arrivare alle prime luci dell'alba sotto casa della vittima per poi proseguire a piedi sulla stradina sterrata. La testimonianza è attualmente al vaglio delle forze dell'ordine mentre la piccola comunità di Gazzo, ai confini tra Zovencedo e Grancona, è ancora scossa dalla vicenda.

Al bar e alla pizzeria che frequentava Mauro, che aveva scelto di fare una vita isolata, tutti scuotono la testa increduli sull'accaduto. Ne parlano come di una persona mite e generosa, che forse si accaldava un po' quando esagerava con le bevute. Nessuno però ha idea di chi potesse avere tanto rancore da ucciderlo. Sotto al vaglio degli inquirenti c'è anche la pista passionale e dalle indiscrezioni sembra che Pretto avesse una relazione da qualche anno con una 50enne di un paese vicino.

A trovarlo morto, la mattina di sabato è stato un suo conoscente. Restano comunque molti i misteri da chiarire su di una persona che, per scelta, conduceva un'esistenza solitaria e che solo da pochi anni era andato a lavorare nell'azienda di allestimenti per stand fieristici di proprietà del fratello a Brendola.

IL VIDEO DELLA CASA NEL BOSCO

LA TESTIMONIANZA DI UN AMICO: "PERSONA NON SEMPLICE"

La testimonianza di un amico di Mauro Pretto che lo ricorda come un uomo un po' burbero ma molto sensibile

"Caratterialmente non era semplice però non ho mai conosciuto una persona che amava tanto e rispettava così tanto l'ambiente. La sua scelta di isolarsi era proprio per stare lontano dal caos dalla confusione e da questo mondo consumistico portato all'estremo. Questo è ciò che diceva. Infatti era andato in quel posto dove abitava con una tenda a gennaio di circa 15 anni fa, poi ha portato lì la sua casetta di legno che aveva in un altro bosco. E quattro sassi che non erano ancora una casa in mezzo ai rovi sono diventati un piccolo eden dove c'erano galline, oche, faraone, capre, muli ed altri animali. Ha pianto quando hanno ucciso il maiale per farne dei salami, poi non ha più voluto farlo. Teneva in ordine anche "rive" abbandonate. Un vero naturalista che odiava le etichette. Poi con i lavoretti saltuari non ci stava più dentro ha dovuto lasciare gli animali tenerne pochi e tornare a lavorare in fiera"


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