Cronaca

Vicenza, nuovo interrogatorio per Zonin sulla BPVi: sette ore dai magistrati

Seconda puntata per l'ex presidente della Banca Popolare di Vicenza nella caserma della guardia di finanza. È stato sentito dai pm quasi tutta la giornata

Secondo e, a quanto fanno sapere i suoi legali, ultimo interrogatorio di Gianni Zonin da parte dei magistrati. Dopo la prima convocazione di mercoledì, le porte della caserma della guardia di finanza in contrà Santa Caterina si sono riaperte per l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza. I pm l'hanno sentito sette ore di fila per far chiarezza sul tracollo della banca.

Al centro delle indagini il suo ruolo nella gestione dell’istituto che ha causato ingenti perdite a molti dei 118mila soci che hanno investito sulle azioni della banca, il cui valore è crollato. La difesa di Zonin, come è stato reso noto da tempo, è la negazione di responsabilità sulle decisioni prese all'interno della BPVi per quanto rigurda la vendita dei titoli.

Il manager, indagato per aggiottaggio e ostacolo all’attività di vigilanza, non sarebbe stato una figura attiva in quello che stava succedendo in quanto tutte le disposizioni sarebbero venute dalla direzione generale, senza il coinvolgimento del consiglio di amministrazione.

Una tesi che giovedì, con una nota all’agenzia si stampa AdnKronos, l’ex direttore generale Samuele Sorato aveva respinto su tutti i fronti perché, come ha spiegato il suo legale “sia l’addebito di aver tenuto una condotta silente nei confronti dell’Autorità giudiziaria, sia le illazioni su sue presunte responsabilità, asseritamente riferite dal cav. Zonin all’Autorità stessa, sono totalmente inveritieri”.


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