Cronaca

Profughi, altri 70 a Vicenza, Zaia: "Urgono soluzioni radicali

Venerdì mattina sono arrivati in città altri 70 richiedenti asilo e la situazione non è migliore nelle altre località venete. Il governatore: "Rispettare le persone ma anche i territori"

Immagine di archivio

"Il caos è diventato normalità in quella che il Governo tenta di far passare per emergenza e che è divenuta invece flusso costante e inarrestabile di immigrati economici travestiti da profughi. Il livello di guardia è stato superato. Siamo all'immigrazione incontrollata che sta mettendo in crisi il sistema istituzionale territoriale, il tessuto sociale, le attività di prevenzione e profilassi sanitaria che la Regione Veneto, di sua spontanea volontà ha attivato, pur non avendo mai avuto nessuna competenza in un meccanismo di cosiddetta accoglienza gestito da Roma e dai Prefetti e scaricato sui Comuni. Urgono soluzioni radicali che rispettino la dignità delle persone e il diritto dei territori a non essere invasi a colpi di diktat".

Lo dice "con crescente preoccupazione" il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce dell'evoluzione che sta avendo l'invio di immigrati in Veneto: venerdì mattina a Vicenza ne sono arrivati una settantina.

"A Treviso - incalza Zaia - stiamo assistendo al massacro della dignità delle persone, accatastate in stazione; a Padova si requisiscono caserme e comunque non ci si fa alcun problema a scaricare le persone in strada; nel veneziano, tornano a mettere le mani su una località turistica come Eraclea (ndr: a Vicenza sono stati accolti in un albergo di Tonezza oltre che sull'Altopiano), a Portogruaro si usa la palestra di una scuola mentre la questura, inevitabilmente, va in tilt. Fulgidi esempi di arrogante disorganizzazione. E adesso, dopo le caserme, si sta pensando alla stazioni dismesse, peraltro spesso problematicamente vicine ai centri abitati. Da discariche a cielo aperto ad altre uguali con un nome diverso, stazioni invece che caserme. Una situazione senza precedenti che deve finire, perché sono il Governo italiano e l'Europa ad avere ridotto ad emergenza una situazione che era chiarissima sin dal 2011". 


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