Cronaca

Padre Zanotelli a Vicenza

“Anche i fatti di questi giorni confermano l’urgenza e l’attualità di una convivenza mondiale che veda la condivisione di alcuni valori di base, come il rispetto dalla dignità della persona e delle diversità culturali e religiose e la cura della ‘casa comune’, intesa come equilibrio di economie, di culture, di progettualità e risorse che permettano a tutti di guardare al futuro proprio e dei propri figli. Sta in questo il senso del sottotitolo, educarci ad uno stile di vita sostenibile, equo e fraterno, che abbiamo scelto per l’appuntamento di sabato prossimo, che si colloca dentro a quella corposa e significativa riflessione che Papa Francesco, con la sua Enciclica Laudato Si’, ha rivolto al mondo intero”. Si riassume in queste parole di don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas Vicentina, il senso dell’incontro con padre Alex Zanotelli sabato prossimo 21 novembre nel Teatro del Seminario Vescovile di Vicenza (inizio alle ore 14,30, entrata e parcheggio solo da Via Rodolfi, 16 di fronte all’entrata del pronto soccorso dell’Ospedale). Padre Zanotelli, missionario comboniano di origini trentine, da almeno trent’anni sostiene la medesima visione dell’Enciclica di Papa Francesco e ne è diventato testimone autorevole e coerente. A lui la Caritas Vicentina ha chiesto di intervenire all’incontro – aperto non solo ad animatori, operatori e volontari Caritas di tutta la diocesi ma anche alla cittadinanza – che segna la terza proposta di formazione permanente proposta dalla Caritas stessa nel corso di questo anno pastorale. Il tema in questa tappa tocca infatti l’ambito socio-culturale: la cura della Casa Comune, ossia come educarsi ad uno stile di vita sostenibile, equo e fraterno. Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, ha operato prima in Sudan, poi come direttore della rivista Nigrizia (dal 1978 al 1987, quando ha dovuto lasciare l’incarico per il suo infaticabile e scomodo impegno nel denunciare le ingiustizie). Dal 1994 al 2002 ha vissuto a Nairobi (Kenya) nella baraccopoli di Korogocho, sempre con l’impegno ad essere “al servizio dell'Africa, in particolare essere la voce dei senza voce, per una critica radicale al sistema politico-economico del nord del mondo che crea al Sud sempre nuova miseria e distrugge i valori africani più belli, autentici e profondi". E’ rientrato stabilmente in Italia nel 2002 e da allora opera nel rione Sanità di Napoli. Da sempre ha saputo prendere posizioni precise e imporsi all'opinione pubblica italiana, affrontando i temi del commercio delle armi, della cooperazione allo sviluppo affaristica e lottizzata, dell'apartheid sudafricano. È stato anche tra i fondatori del movimento "Beati i costruttori di pace", con cui ha condotto molte battaglie in nome della cultura della mondialità e per i diritti dei popoli. Collabora, oltre che con Nigrizia, con la rivista Mosaico di Pace, pubblicata da Pax Christi.


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