Le due facce della domenica di Vicenza
Code alla mostra di Van Gogh, con visitatori soddisfatti sia dell'esposizione che dell'accoglienza culinaria nel "salotto buono"; capannelli di spacciatori e via vai di clienti in un Campo Marzo sguarnito
Un piacevole sole autunnale ha salutato le centinaia di persone che domenica sono arrivate a Vicenza attirate dalla mostra di Van Gogh, aperta sabato. I turisti hanno così potuto visitare anche gli altri gioielli del centro città e smaltire il pranzo, più o meno luculliano, passeggiando lungo corso Palladio e scoprendo, magari, anche angoli meno noti della città.
A parte una bella 55enne milanese, arrivata a Vicenza con un'amica ma di nascosto dal marito (ipsa dixit), che si è lamentata degli spazi angusti delle sale espositive e dalla chiusura del bar sulla terrazza, l'ultima fatica di Goldin ha riscosso il plauso dei primi visitatori.
Soddisfatti anche i ristoratori del centro, tra cui Maurizio Trillini del Moplen
A una manciata di metri di distanza...
Purtroppo, il primo impatto con la città, per chi arriva in treno, è il triste scenario chi si sviluppa dal piazzale della stazione a Campo Marzo e vie limitrofe. Lasciata completamente sguarnita dalle forze dell'ordine e senza alcuna traccia dell'esercito, l'area verde, che in queste gradevoli domeniche autunnali dovrebbe essere il regno dei giochi dei bimbi, era popolata dai consueti capannelli dello spaccio e attraversata di sfuggita dai clienti.
Il nostro stesso cronista è stato seguito a qualche metro di distanza da un individuo, che poco prima gli aveva chiesto se voleva comprare qualcosa, finchè non ha raggiunto l'auto.
Bisogna fare uno sforzo in più.