Cronaca

Foto porno della manager su Google: arrestato per stalking informatico

Un valdagnese di 29 anni è finito in manette per aver perseguitato per mesi una professionista di Piacenza. E' accusato di aver minacciato di morte e stupro lei e la famiglia, anche fuori dalla caserma dei carabinieri

Aveva creato decine di profili social e pagine web in cui il nome della vittima venva associato ad immagini e video porno, con cui lei non aveva nulla a che fare. Non solo: le faceva arrivare spaventose minacce di stupro e morte, coinvolgendo anche la sua famiglia.

L'INTERVISTA

La persecuzione da parte di un 29enne valdagnese ai danni di una manager di Piacenza è durata per mesi, dal maggio 2016, finchè la donna non ha denunciato tutto alla polizia postale della sua città che, su mandato della procura, ha iniziato e portato a termine le indagini, che si sono concluse con un arresto.

LA STORIA 


All'origine della vendetta ci sono motivazioni legate all'atttività della donna, che lavora in un'azienda di lavoro interinale. M.C., laureato, avrebbe mandato un doppio curriculum identico con l'unica differenza del genere e sosterrebbe di aver rilevato un comportamento discriminatorio da parte della manager. Da lì, circa è partita l'escalation di parole minatorie e atti volti a rovinare l'immagine della lavoratrice. 

Seriamente spaventata, oltre che scioccata dall'uso della sua immagine in ambienti virtuali pronografici, si è rivolta alla polizia postale del sovrintendente capo Pietro Vincini, che, con il via libera del pm Roberto Fontana, ha fatto pervenire all'uomo una prima diffida, a giugno presso i carabinieri di Valdagno. Un primo avvertimento che il 29enne non ha preso sul serio tanto che, a luglio ne è scattato un secondo. E' stato proprio in questa circostanza che l'accusato ha inveito e proferito minacce appena uscito dalla caserma, ben udito dai militari. 

A questo punto, la procura ha ordinato l'arresto di M.C., avvenuto nelle scorse ore da parte del comando valagnese, con l'accusa di "stalking informatico": si tratta di uno dei primi provvedimenti cautelari eseguiti in Italia per questo tipo di reato. L'uomo si trova attualmente detenuto al San Pio X. 


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