Basilica Palladiana a lutto per l'Unesco, ma la minaccia è anche qui
Con un atto dovuto, la città berica il cui centro storico e le cui ville sono inserite da vent'anni fra i siti patrimonio dell'umanità, aderisce all'iniziativa #unite4heritage, ma ci si dimentica la tirata d'orecchie per il Tav e per il Dal Molin
Dal 15 al 17 maggio, il Comune di Vicenza esporrà un drappo nero sulla Basilica palladiana, in segno di lutto contro le distruzioni dei siti Unesco operate dall'Isis in Medio Oriente. Ma quel lenzuolo nero ci fa pensare anche alle minacce – Tav in testa – a cui è sottoposto il nostro patrimonio Unesco, qui e ora.
Con un atto dovuto, la città berica il cui centro storico e le cui ville sono inserite da vent'anni fra i siti patrimonio dell'umanità, aderisce all'iniziativa #unite4heritage lanciata dall'associazione che riunisce i beni italiani patrimonio Unesco. Dal 15 al 17 maggio il drappo sventolerà dalle logge rinascimentali. Eppure si fatica a scacciare dalla bocca un retrogusto di ipocrisia. Ovviamente, chiunque rispetti il valore della cultura e ami l'arte che le antiche civiltà ci hanno lasciato non può che inorridire di fronte alle picconate con cui i fondamentalisti islamici fanno a pezzi le statue millenarie del museo di Mosul, l'antica Ninive.
La stessa Unesco in gennaio ha chiesto al Comune di Vicenza di fare avere ai suoi uffici centrali di Parigi la documentazione completa sui progetti per il passaggo della Tav in città, che comprendono fra le opere accessorie un doppio tunnel viario e idraulico sotto la Villa Valmarana ai Nani e il suo ciclo di affreschi dei Tiepolo, un “buco” che uscirebbe lungo la Riviera Berica a pochi metri dalla villa La Rotonda, gioiello palladiano. La giunta comunale ha promosso quel progetto, il sindaco Achille Variati si è speso in prima persona. Salvo poi tardivamente, pochi giorni fa, di fronte alle pressioni di centinaia di cittadini informati e preoccupati dal progetto, fare una mezza marcia indietro annunciando un referendum dal valore meramente consultivo in settembre. E non è tutto: la precedente giunta Variati diede il via libera, nel 2009, al nuovo Piruea all'ex Cotorossi, dando il là allo scempio di Borgo Berga, dove i palazzi alti trenta metri incombono sul paesaggio collinare della Riviera Berica.