Cronaca

Dai lettori: "Che fine farà l'asilo di San Rocco?"

L'ingresso dell'asilo nido

SAN ROCCO ADDIO

Di questi tempi, ormai, non ci si dovrebbe probabilmente stupire più di nulla.

Eppure quanto sta accadendo a San Rocco, non può che lasciare increduli e profondamente amareggiati.

Da dieci mesi sono mamma di Alvise che nello scorso ottobre ha iniziato il suo percorso di crescita all'asilo nido comunale San Rocco; momento emozionante, ancor più poiché io stessa, trent'anni fa, giocai lì dentro, esattamente in quelle stesse stanze.

Ma a poco più di un mese da questo entusiasmante evento, con profondo dispiacere sono venuta a conoscenza (non tramite comunicati ufficiali) della vendita di tutto il complesso, nido compreso, nonché dell'imminente trasloco.

Non ne sapevo nulla. In aprile avevo presentato al Comune la domanda di iscrizione per l'anno scolastico 2013/2014 ed in settembre mi avevano comunicato che era stata accettata, ma nessuna menzione di un possibile prossimo trasferimento.

Ho tentato così di far chiarezza e capirci qualcosa di più.

Con deliberazioni del Consiglio Comunale, di aprile 2010 prima e di marzo 2011 poi, vengono pubblicati due bandi d'asta, rispettivamente a dicembre 2010 e giugno 2011, per l'alienazione di immobili tra i quali anche il complesso monastico di San Rocco; come si evince dalla descrizione e dagli identificativi catastali indicati, la parte occupata dal nido è compresa nella vendita e viene specificato con vincolo a mantenere le destinazioni esistenti.

Le aste vanno deserte, ma poco male; in un comunicato stampa del 28.2.11 il Sindaco rasserena i suoi concittadini informando che, a tal proposito, i ragionamenti con la Fondazione Cariverona sono a buon punto.

Nel frattempo, dal Ministero per i beni e le attività culturali, arriva l'autorizzazione all'alienazione per il complesso di San Rocco. (è nato prima l'uovo o la gallina?)

Ed ecco che a fine novembre 2011 viene gioiosamente ufficializzato: il complesso monastico di San Rocco verrà venduto da Comune e Provincia alla Fondazione Cariverona, la quale - sempre così si legge nel comunicato stampa - aveva manifestato interesse per l'acquisizione del complesso, ad esclusione del parco e della scuola materna che resteranno di proprietà comunale.

Il contratto preliminare prevede che la Fondazione conceda l'immobile in comodato d'uso gratuito all'amministrazione comunale per quattro anni. Ergo, fino a fine 2015 c'è tempo.

La Fondazione rassicura che, come del resto è nel suo statuto e codice etico, si impegnerà alla valorizzazione del complesso con finalità educative e scolastiche, restaurando alcune parti al fine di conferire l'antico splendore di un tempo.

A tal fine, si legge sempre nel comunicato stampa, il comune si impegna a mutare la destinazione d'uso in residenziale, direzionale e commerciale. Mi sfugge il nesso tra queste nuove destinazioni e le attività educativo-scolastiche promesse.

Ma allora il nido sarà venduto o no?

E se sarà trasferito, sarà in via definitiva o potrà tornare nei locali una volta restaurati?

La risposta, o meglio, la notizia ufficiale, è arrivata; a metà novembre al corpo insegnanti e poco prima di Natale ai genitori. Auguri e buone feste!

Un avviso affisso all'entrata del nido informa che dall'anno scolastico 2014/2015 il nido sarà trasferito in idonei locali nelle vicinanze.

Come mai un anno e mezzo prima? Gli accordi con la Fondazione prevedono ancora tempo.

No, la Fondazione non c'entra più; dagli uffici comunali si viene a sapere che ad essa è "subentrata" una società finanziaria/immobiliare, la quale ha ottenuto di accorciare i tempi.

Ma negli accordi preliminari il nido era escluso dalla vendita.

Sì, ma sempre questa società X ha voluto includere nella compravendita anche quella parte del complesso.

E così, sebbene non sia ancora stato formalizzato alcun atto di compravendita (in catasto l'immobile risulta di proprietà metà del Comune e metà della Provincia), la storia di San Rocco sembra tristemente concludersi qui. Così.

E San Rocco non è solamente l'asilo nido. San Rocco è tanto e altro di più.

Sì perché oltre all'asilo nido e all'assessorato ai servizi sociali, in questo ex convento del XV secolo - opera pia di privata carità, tra i cui benefattori spicca per l'importante e plurisecolare munificenza la famiglia Porto, e che l'evoluzione delle leggi trasformò in ente di assistenza sottoposto in parte all'intervento pubblico, pur riconoscendone la sua autonomia (fonte ("Il brefotrofio di Vicenza" del Prof. Gianfranco Ronconi Editrice Veneta) - sono attualmente ospitati il Centro Servizi Volontariato, la Cooperativa Tangram e il gruppo famiglia Feltrin.

Qui, dal 1806, vi trovò sede la Casa Centrale degli Esposti, poi Ospizio Infanti abbandonati e IPAI Istituto Provinciale di Assistenza all'Infanzia, fino al 1993 quando cessò l'attività.

Queste mura, da centinai d'anni, raccontano storie di vite salvate e cresciute.

Ma evidentemente, per qualcuno, tutto ciò non ha valore; qualcuno che, in questo storico, disastroso momento del mercato immobiliare, ritiene sia più fondamentale investire su residenze e negozi.

Verrebbe da chiedersi chi sia il Paperon de Paperoni di turno… sì perché un eventuale restauro - bada ben, sottostando ai vincoli di risanamento conservativo ai quali è soggetta la maggior parte dell'immobile e previa autorizzazione della Soprintendenza per i beni culturali e paesaggistici - oltre che spropositamente dispendioso, implicherà poi prezzi di vendita/affitto da mille e una notte!

Mah. Speriamo che il destino di questo complesso non sia quello di restare fatiscente e abbandonato per anni.

A questo punto, poiché l'asilo nido San Rocco non fa più parte del progetto per il polo scolastico di S. Maria Nova (ma poi, che ne sarà stato del p.r.u.s.s.t. n.17 dell'ormai lontano 2003/2004?), non ci resta che auspicare che l'ormai prossimo trasferimento non rientri tra le soluzioni che il Comune intenderà adottare per la riqualificazione della vicina Viale Milano e che per settembre la nuova location sia pronta e ben predisposta, con tutte le caratteristiche necessarie ed idonee ad accogliere i nostri cuccioli.

Come si usa dire, stay tuned.

Grazie Comune, grazie Provincia, grazie Fondazione.

Sara Ebene


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