Cronaca

Arcugnano, Papa Francesco beatifica padre Maruzzo

Tullio Maruzzo nacque a Lapio nel 1929 e partì per il Guatemala nel '60, raggiungendo il gemello Lucio. Fu ucciso da un commados nel 1981

Da diocesi.vicenza.it

Papa Francesco ha fimato il decreto per la beatificazione di padre Tullio Maruzzo, missionario francescano nato a Lapio di Arcugnano e assassinato in Guatemala 35 anni fa, il primo luglio del 1981.

L’anno precedente, il 24 marzo 1980, mentre celebrava l’Eucaristia, era stato ucciso  il vescovo di San Salvador nel piccolo stato centroamericano di El Salvador, mons. Oscar Romero, anche lui beatificato da Bergoglio, nel 2015. 

Chi è

Padre Maruzzo era nato a Lapio nel 1929, dopo il noviziato nell’isola di S. Francesco del Deserto, Venezia, a 16 anni vestì l’abito francescano e nel 1953 ricevette l’ordinazione sacerdotale dal patriarca di Venezia, mons. Angelo Roncalli, poi papa Giovanni XXIII. Con lui venne ordinato anche il fratello gemello, Lucio, che  nel ‘56 parti per la missione in  Guatemala dove padre Tullio lo raggiunse nel 1960, prendendo il suo posto di cappellano nella parrocchia del Sacro Cuore  di Puerto Barrios. Dal1963 al 1968 sarà responsabile della parrocchia di  Entrerios, quindi di S. Josè in Morales dove resterà per 12 anni. E qui iniziarono le prime minacce.

Sono gli  anni ’70, e i religiosi, con la loro opera di coscientizzazione, spesso devono affrontare anche l’esilio a causa delle intimidazioni. Fu per questo che nel 1980 i superiori di padre Tullio lo trasferirono alla parrocchia di Quiriguà, ma anche qui ben presto cominciarono le minacce fino a quella sera del 1° luglio 1981 quando sulla strada che lo riportava alla sua parrocchia di Quiriguà fu assassinato assieme al giovane catechista Luis Obdulio Arroyo. La sua tomba si trova ora nella chiesa parrocchiale di Quiriguà.

Lo sapeva di essere in pericolo quel padre francescano vicino alla povera gente. Tante volte aveva ascoltato il racconto delle loro sofferenze. Per questo lo amavano e lo cercavano i suoi campesinos: quell’instancabile missionario li sapeva ascoltare, incoraggiare, difendere. Non era facile far valere i diritti della povera gente. “Se qualcuno difende quel poco che ha, viene ucciso”, commentò con rammarico un parrocchiano. Anche padre Tullio respirava quell’aria, eppure non se ne andò. “Se mi devono ammazzare, che avvenga tra la mia gente con la quale ho condiviso tutta la vita”, annoterà nelle sue carte. E così è stato. (da La Voce dei Berici)

Sono 14 i missionari martiri vicentini

Sono in tutto 14 i missionari martiri, di diverse congregazioni, originari della Diocesi di Vicenza. Vite simili a quella di padre Tullio, anche se spese in tempi e luoghi diversi, ma sempre fedeli al Vangelo e, perciò, dalla parte dei poveri. Ogni anno, in marzo, la Diocesi li ricorda con una veglia di preghiera. La maggior parte di loro (9) hanno perso la vita in Africa. In Asia hanno perso la vita in 4, mentre nelle Americhe l’unico martire è stato, appunto, padre Tullio Maruzzo. Il Paese dove sono morti più missionari è la Cina, dove hanno perso la vita 3 vicentini. Il martirio più recente è stato quello di suor Olga Raschietti, uccisa in Burundi il 7 settembre 2015, mentre il più lontano nel tempo è stato quello di padre Pasquale Melotto, in Cina il 4 settembre 1923. Due missionari, infine, hanno perso la vita insieme in Congo nel ‘64: padre Giovanni Didonè e fra Vittorio Faccin, saveriani.

In Africa: Cavedon p. Piergiorgio, di Marano Vicentino, cappuccino - Angola 2 gennaio 1981; Dal Maso p. Silvio, di Pugnello di Arzignano, comboniano - Uganda 2 maggio 1979; Didonè p. Giovanni, di Cusinati, saveriano - Congo (Zaire) 28 novembre 1964; Faccin fr. Vittorio, di Villaverla, saveriano - Congo (Zaire) 28 novembre 1964; Ferracin p. Egidio, di Malo, comboniano - Uganda 4 agosto 1987; Graziani p. Lazzaro, di Sarcedo, cappuccino - Angola 16 marzo 1961; Maule p. Ottorino, di Gambellara, saveriano - Burundi 30 settembre 1995; Schiavo p. Giuseppe, di Costo di Arzignano, stigmatino - Tanzania 27 aprile 1996; Raschietti sr Olga, di Montecchio Maggiore, saveriana - Burundi 7 settembre 2015.


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