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Vicenza: la città dove pagare con il POS nei bar è quasi impossibile

POS o contanti? Solo tre locali su 10 in centro storico accettano la "strisciata" per le microconsumazioni. "Colpa delle commissioni troppo alte" dicono gli altri. E intanto il Governo sta per varare un decreto legge che impone l'obbligo per tutti

"Un caffè, per favore...posso pagare con il Pos?". "No mi dispiace...accettiamo pagamenti solo sopra i 15 euro". Nella quasi totalità dei bar del centro di Vicenza questa è la risposta che vi sentirete dire se cercate di farvi strisciare il bancomat per microconsumazioni. La quasi totalità degli esercizi  accetta infatti solo contanti.

"Colpa delle commissioni troppo alte", spiegano. Ma è in arrivo  un decreto del Governo che obbliga i commercianti non solo ad avere il sistema elettronico ma anche ad accettare qualsiasi transazione, per quanto piccola. In centro a Vicenza, su dieci bar del centro solo tre locali permettono il pagamento POS per piccole consumazioni come lo spritz o il caffè. 

QUELLI CHE IL POS NO

Si dividino in due categorie: quelli che non ce l'hanno e quelli che non accettano pagamenti inferiori ai 15 e, in alcuni casi ai trenta euro. Al "Caffè degli artisti", vicino al Teatro Olimpico, se non avete contanti evitate di prendere una sambuca e un bicchiere d'acqua. Quando chiedete di pagare con il POS la risposta potrebbe essere, come è capitato a noi:

"Sì ce l'abbiamo ma non va la linea e comunque se va c'è un minimo di 30 euro, ma c'è un bancomat qui a fianco".

Naturalmente, se non avete quella banca ci sono le commissioni di circa due euro: molto di piü dei 10 centesimi che chiedono gli istituti sulle operazioni POS degli esercenti. A conti fatti: 3 euro di liquore nazionale, 1,50 di acqua e 2 di commissione bancaria equivale a  un totale di 6,50 euro sborsati dal povero cliente. 

In Corso Palladio, se volete bere un caffè e non avete contanti il consiglio è di prelevare prima. Alla Triestina, alla Gelateria Sonia e al Gran Caffè è una sfilza di "No contanti no consumazione" o perchè non c'è il sistema di pagamento elettronico oppure perchè viene fissato il tetto dei 15 euro. E alcuni sono disposti a offrire il caffè piuttosto di fare la transazione. 

Stesso ritornello nella zona dei baretti di Contrà Pescherie Vecchie: al "Geco" il barista avverte: "Minimo 15 euro di importo, così ho avuto ordine dai titolari";  ai Due Calici invece il sistema di pagamento POS è assente "L'ho installano a dicembre", spiega il ragazzo dietro al bancone. Anche in Piazzetta Palladio, da Sorarù, la pasticceria più antica di Vicenza, non c'è niente da fare, la strisciata non esiste. "Non lo abbiamo il POS e non è obbligatorio sopra i 30 euro - si giustifica la signora - noi vendiamo caffè o roba piccola non facciamo quelle cifre".

QUELLI CHE IL POS SÌ: VIDEO 

Su 10 locali del centro locali del centro storico visitati solo 3 si sono meritati il podio di paladini del POS. Sono il Cook Food a Porta Castello, il Moplen di Piazza delle Biade e il Tazza d'Oro di Corso Palladio 

"Siamo dalla parte di un cliente, se uno vuole pagare un caffè col bancomat qui può farlo, chiaro che poi sta anche nella sensibilità del consumatore non usare la carta per microacquisti",

spiega il titolare del Moplen. 

Dello stesso avviso la proprietaria del Cook Food: "Non capita molto spesso che qualcuno prenda un caffè col bancomat. In quel caso noi non facciamo una piega, nonostante le commissioni: qui si paga come uno desidera". E nemmeno l'esercente della Tazza d'Oro batte ciglio quando gli si mostra il bancomat per pagare una microconsumazione: "Assolutamente accettato il bancomat, tanto tra un po' comunque diventerà obbligatorio"

POS OBBLIGATORIO O NO: COSA DICE LA LEGGE?

Sotto di noi solo la Grecia. L'Italia è  il paese dell'Eurozona in coda nei pagamenti elettronici. Per questo il Governo ha più volta annunciato - ma il decreto dovrebbe essere immeninte - una norma che prevede il pagamento di sanzioni per per artigiani e commercianti che non installano il POS. In realtà l'obligatorietà ci sarebbe perchè la legge di stabilitaà 2016 prevede di accettare i pagamenti non in contanti a partire da 5 euro, ma non sono ancora scattate le multe. Per evitare agitazioni da parte degli imprenditori sono allo studio anche delle agevolazioni fiscali. 

"Chi usa la carta per saldare l’idraulico, pagare il tassista o per la parcella del medico - ha spiegato il viceministro dell’Economia, Luigi Casero - potrebbe avere un piccolo sgravio su quella spesa di cui ha lasciato traccia elettronica in virtù del suo effetto anti evasione ma considerato che in alcuni settori il costo delle operazioni potrebbe arrivare anche alla metà del margine lordo - ha spiegato Casero - bisogna pensare a come evitare di penalizzare queste attività".

In sostanza, per le operazioni sotto i 5 euro - come negli altri paesi europei - si applicherà una commissione interbancaria ridotta 0,3% sul totale del pagamento per le carte di credito e 0,2% per i bancomat contro i circa 1-3 percento di adesso




 


 


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