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No Green pass nella scuola: Vicenza si mobilita

Il personale scolastico manifesta il proprio dissenso nei confronti delle disposizioni previste dal governo centrale: "Non tutela la salute nè dei lavoratori nè degli studenti ma costituisce un elemento di discriminazione"

Il sit-in del mondo della scuola (foto: Marco Milioni)

Oggi primo settembre il capoluogo berico è interessato da una serie di iniziative: al centro c'è una critica molto articolata ad alcune strategie di contrasto al coronavirus messe in campo da governo e regioni a partire dal Green pass.

Non mancano peró le critiche dure anche alla campagna vaccinale. I primi a dare conto del loro pensiero sono gli insegnanti. I quali oggi alle 12,30 hanno dato vita ad un sit-in in cui hanno lungamente illustrato le criticità di un dispositivo, il Green pass appunto, che «genera discriminazioni incompatibili con il vivere civile e incompatibili con i princípi costituzionali sui quali anche la scuola pubblica è fondata».

Il sit-in di oggi è il frutto di una iniziativa spontanea, fanno sapere i cinquanta manifestanti accorsi in borgo Berga, pensata anzitutto «per aprire un tavolo di discussione pacato e costruttivo con Carlo Formaggio». Si tratta del dirigente dell'ufficio scolastico territoriale per il Vicentino, ossia il provveditore.

Davanti all'ex provveditorato c'erano anche alcuni esponenti dei gruppi di genitori che da mesi si battono «perchè le lezioni si tengano in presenza». Un'altra considerazione che oggi a Borgo Scroffa è stata ripetuta piú volte è stata quella per cui «non intendiamo essere etichettati no vax o sí vax perchè tra noi c'è chi si è vaccinato e chi no. Ció che va evitata è la polarizzazione e la mancanza di dialogo. Senza dialogo la tensione sociale schizzerà alle stelle».

"Siamo qui perché anche altri prima di noi sono stati sospesi dai loro incarichi e privati del loro stipendio per aver rifiutato di obbedire. Medici, infermieri, personale sanitario pongono le nostre stesse criticità", hanno dichiarato i rappresentanti di Scuola in presenza Vicenza.

"Le chiediamo se non fosse molto meno invasivo, semplice, efficace e democratico utilizzare il test salivare per chiunque entra a scuola - continuano - Non capiamo come un esonero da vaccino possa costituire garanzia di salute pubblica per gli altri appartenenti alla comunità scolastica".

E ancora: "Fin dall’inizio di questa crisi sanitaria è emerso come uno degli elementi di criticità dell’attività scolastica  fosse anche attribuibile alla carenza dei trasporti pubblici o convenzionati che hanno visto ridotte le capacità di trasporto della loro flotta in ragione di un maggior distanziamento all’interno delle vetture. Il Governo, la Regione e gli altri organi competenti si sono organizzati in due anni per ovviare a questa criticità? Si sono  implementati ingressi e uscite da scuola scaglionate che permettano un arrivo a scuola e un deflusso sicuri?".

Ecco che i manifestanti hanno espresso al dirigente la volontà di aprire un tavolo di dialogo.


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