Terza dose, tutti i dubbi di Andrea Crisanti
"Proteggerebbe parzialmente i più fragili, ma il problema è che non sappiamo se sia protettiva perché introduciamo anticorpi contro una variante che non c'è più"
Il dibattito sull'eventualità di una terza dose di vaccino in Italia è in pieno svolgimento. "Siamo assistendo a livelli importanti di trasmissione anche in Paesi con molti vaccinati. Con questi numeri si avrà 8-9% di morti totali per Covid, non solo tra i non vaccinati. La vaccinazione proteggeva bene, ma la variante Delta è molto più contagiosa. Terza dose? Proteggerebbe parzialmente le persone più fragili, ma il problema è che non sappiamo se la terza dose sia protettiva perché introduciamo anticorpi contro una variante che non c'é più". A dirlo è il professor Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova, ospite di Morning News su Canale 5.
"Secondo aspetto da tener presente - aggiunge - è che di fatto la terza dose non è una procedura approvata e si devono pronunciare Ema e Aifa. Per fortuna lo sta facendo Israele e tra qualche mese avremo i dati. Per le varianti e la possibilità di adattare i vaccini alla Delta - aggiunge - i vaccini a Rna sono modificabili, ma il problema è di produzione e qui interviene un tema etico: l'epidemia non è sotto controllo e vale la pena riprogrammare la produzione quando tre quarti del mondo rimangono ancora senza vaccinazione? Secondo me bisogna combinare la vaccinazione con un sistema di sorveglianza e tracciamento che sia degno di questo nome, non come quello che facciamo in Italia". Tracciare e testare, d'altra parte questa è la ricetta di Crisanti sin dai tempi di Vo'.