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Vaccine day, al San Bortolo somministrati i primi 90 vaccini anti-Covid

A Vicenza sono arrivate le prime dosi verso le 9 di domenica, gli apripista sono stati i sanitari. La vaccinazione è iniziata poco dopo mezzogiorno. Rucco: «Chiederò a tutti i sindaci di dare l'esempio vaccinandosi quando sarà il loro turno»

Francesca Baldi, coordinatrice medicina Covid

Il primario di malattie infettive del San Bortolo di Vicenza Vinicio Manfrin, l’infermiera di Geriatria Covid Libera Fietta e la caposala di Medicina Covid Francesca Baldi. Sono loro i primi 3 operatori sanitari ad aver ricevuto il vaccino Pfizer-Biontech a mezzogiorno all'ospedale del capoluogo berico. Il V-Day è partito anche nel Vicentino. E già si parla di un momento storico. Nessun effetto collaterale per i primi tre vaccinati. Un quarto d'ora seduti e poi sono ritornati al lavoro. E così gli altri, in tutto 90 persone, che al San Bortolo si sono immunizzate. 

«Non ho sentito nessun dolore, non ho avuto nessun effetto collaterale. Farsi questo vaccino è facile come farsi una puntura: vaccinatevi tutti senza paura», è stato il commento di Francesca Baldi una mezz'ora dopo l'inoculazione del siero Pfizer. 

I vaccini sono arrivati domenica mattina a Vicenza dall'ospedale di Padova,  che ha raccolto le dosi per tutto il Veneto. In tutto sono state 135 le fiale per il Vicentino: 90 appunto al San Bortolo, 25 al San Bassiano e 20 all'ospedale di Santorso. Le somministrazioni sono state tutte su base volontaria: medici, infermieri e tecnici dell'ospedale di Vicenza, un gruppo di operatori del pronto soccorso di Arzignano, della geriatria Covid di Valdagno e della medicina Covid di Noventa. Tra i primi vaccinati anche diversi operatori dei servizi territoriali, medici di medicina generale e alcuni operatori sanitari delle case di riposo. 

Da martedì i vaccini arriveranno al San Bortolo, come in tutto il Veneto, a cadenza settimanale. Secondo il piano vaccini regionale  si procederà alla prima fase di immunizzazione che sarà rivolta a una popolazione pari a 184.893 soggetti, di cui 91.035 personale sanitario di Aziende ed Enti del SSR e di strutture private e ​93.858 a personale e ospiti di strutture socio-sanitarie territoriali. «Arriveremo in Veneto a circa 38 mila dosi a settimana», ha confermato a Treviso il presidente del Veneto Luca Zaia.

Tra chi si è vaccinato stamattina c'era anche l'ex direttore generale della sanità per la Regione Veneto e attuale direttore generale di Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Domenico Mantoan. «Il vaccino non è obbligatorio e credo che si faranno delle valutazioni a livello nazionale su quale sarà l'adesione, in Veneto posso dire che per gli operatori, anche quelli delle Rsa venete, l'adesione è alta», ha commentato a margine del V-Day rispondendo a una domanda sulla resistenza alla vaccinazione di molti lavorati nelle case di riposo italiane. 

Presente a V-Day in ospedale (naturalmente non per vaccinarsi) anche il sindaco di Vicenza Francesco Rucco. «Come presidente della provincia farò un appello a tutti i sindaci del vicentino perché diano l'esempio ai loro concittadini vaccinandosi». 

Nell'Ulss 7 i primi vaccinati a Bassano sono stati un medico di pneumologia, Fabrizio Dal Farra, un medico anestesista rianimatore, Giuseppe Lain e due Oss dell'ospedale di comunità Marostica - Chiara Banzato e Cinzia Canale. A Santorso, invece tutti operatori dei reparti Covid, Matteo Rebonato  (medico, direttore chirurgia generale), Luigi Ungaro, Roberto Ferretto e Valeria Campagnolo. 


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