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Nuovo cemento a Nordest? Il Covepa frusta De Berti

Dalla Superstrada pedemontana veneta alla Valdastico nord sino alla Mestre Cesena il risiko infrastrutturale presente e futuro affrescato di recente dall'assessore regionale ai trasporti scatena la reazione della galassia ecologista che a fronte degli investimenti in opere viaria parla di scarsità di risorse «per sanità e sociale»

Un cantiere della Superstrada pedemontana veneta nel circondario di Montebelluna in provincia di Treviso (repertorio today.it, foto Marco Milioni)

«Apprendiamo dai media del Nordest» che l'assessore veneto ai trasporti Elisa De Berti ha deciso di non riferire alla opinione pubblica i dati sugli incassi da pedaggio e sui flussi di traffico relativi alla Superstrada pedemontana veneta meglio nota come Spv, dati la cui pubblicazione sarebbe obbligatoria «per legge». Questa sua omissione peraltro ha permesso che rimanga una patina di opacità rispetto a quanto di recente affermato dalla presidente della commissione infrastrutture e territorio del consiglio regionale veneto Silvia Rizzotto il 4 agosto che di contro parla di un flusso di traffico da record. Allo stesso tempo De Berti insiste sulla necessità di proseguire con la progettazione della Valdastico nord da Piovene Rocchette al Trentino nonostante una clamorosa e arcinota bocciatura da parte del Consiglio di Stato prima e dalla Suprema corte di cassazione poi. È questo il passaggio cruciale di una lunga nota pubblicata , una associazione ecologista che da anni si batte contro il consumo di suolo nel Veneto, specie contro la Spv. La nota è firmata dal vicepresidente l'architetto Massimo Follesa.

Nella sua invettiva Follesa punta l'indice sulla leghista De Berti, la quale intervistata su Il Gazzettino di oggi in pagina 3 aveva accusato i comitati che si battono per frenare alcune grandi opere come insensibili ai morti che le strade obsolete provocherebbero. De Berti aveva definito una sorta di beccamorti i critici delle grandi opere viarie. Follesa, uno dei volti più noti della rete ecologista veneta, ha risposto per le rime: e parla  che parla di un assessore pronto ad elevare odi di ogni tipo «nei confronti di qualsiasi cosa faccia rima con asfalto». Il riferimento è alla reiterata proposta di realizzare una Romea bis tra Mestre e Cesena. Eventualità vista come la peste anche dal coordinamento ambientalista Opzione zero.

«Ma si rende conto De Berti - attacca il Covepa - che i morti dipendono dalle cattive manutenzioni, dai ritardi nei lavori e che alla fine le sue sono le soluzioni scopiazzate da quelle propugnate dall'ex assessore alle infrastrutture del Veneto Renato Chisso?». Subito dopo l'architetto rinfresca la memoria alla stessa De Berti: «Erano i primi anni Duemila, il mondo era in un'altra era, si proponevano opere senza raziocinio che poi la storia e i cambiamenti climatici si sono presi la briga di sconfessare. Se il consumo di suolo e la prosecchizzazione del nostro territorio sono le uniche ricette dell'abbecedario di De Berti siamo messi male. Si prevedono infatti milioni di tonnellate di cemento e asfalto mentre il bilancio della Regione Veneto, sempre più esangue anche per gli effetti nefasti della progettazione di finanza in amorosi sensi coi privati nel campo delle infrastrutture da tempo non riesce a sostenere in maniera decente la sanità e i servizi sociali».


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